Rock Impressions

Flower Kings - The Road Back Home THE FLOWER KINGS - The Road Back Home
Inside Out
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog
Support: 2CD - 2007


Tutti coloro che seguono con attenzione il Progressive Rock conoscono profondamente la band svedese del chitarrista (ex Kaipa) tuttofare Roine Stolt, praticamente un’istituzione. Ci hanno abituati a lavori mastodontici e di durata elevata, molti i doppi cd nella ricchissima discografia ed altrettanto possiamo dire delle suites. Ma c’è ancora una larga fetta di rocchettari che ancora non conoscono questa realtà del Progressive Moderno, allora ecco che la raccolta “The Road Back Home” potrebbe tornare utile. Dico questo perché nel doppio cd c’è molta carne al fuoco, ma poca per i fans di lunga data. Solamente una cover (bellissima) del classico dei Genesis “Cinema Show” ed un inedito dal titolo “Little Deceiver”. Due ore e mezzo di successi e di sogni sonori che faranno innamorare più di un nuovo ascoltatore.

Stolt cura il tutto, dall’artwork alla scelta dei brani e devo ammettere che nella totalità si può considerare più che esaustiva. Se andiamo ad analizzare attentamente la loro discografia, noteremo che questo non è il primo “Best of…”, andando a ritroso nel tempo ritroviamo il discreto “Scanning The Greenhouse-1995-1998” edito dalla francese Musea. La tecnica e la magniloquenza del suono scaturito dagli svedesi è impressionante, anche se gli appassionati di prog di lungo corso sono divisi in due fazioni: chi li ama e chi li odia. Del resto il gruppo nel 2007 propone ancora passaggi ipertecnici, forse atti ad un autocompiacimento ai limiti dell’autolesionismo alla Yes? Ritengo che tutto ciò sia più che lecito, visto che l’amore di Stolt per il suo lavoro porta al concepimento di brani emozionanti come l’irraggiungibile “Stardus We Are”. È altrettanto legittimo che esistano ascoltatori che voltino le spalle a cotanta ridondanza, stanchi dei soliti suoni alla Genesis e compagnia bella. Ma allora a che cosa serve una raccolta di ventisette brani così suonati, forse per riempire di soldi le casse di Roine e soci? Ma certo che no, una band che suona dai primi anni ’90 e che se ne esce con sole due raccolte è di sicuro in buona fede.

Io da parte mia amo questa emozionante musica e malgrado possegga la discografia completa, mi resta comodo per non cambiare cd quando voglio sentirne i capolavori tutti di un fiato! Oltretutto questa è una ghiottissima ed esaustiva occasione per chi non li conosce di avvicinarsi al loro coloratissimo mondo.

Dopo un grande doppio come “Paradox Hotel”, un turno di riposo è più che lecito, ma adesso non vedo l’ora di ascoltare nuove fatiche. Non mi aspetto nessuna evoluzione stilistica, nessuna innovazione, per me i The Flower Kings sono già perfetti così, prendere o lasciare. MS

Altre recensioni: Fan Club CD 2000; Space Revolvers;
The Rainmaker; Scanning the Greenhouse; Unfold the Future; Meet the Flower Kings; Adam & Eve; Paradox Hotel;
Brim Stoned in Europe; Live in New York; Istant Delivery; The Sum of No Evil
; Desolation Rose

Intervista

Live Report: 2006; 2012

Artisti correlati: Kaipa; Tomas Bodin; Karmakanic; Transatlantic; Tangent; Roine Stolt; Circus Brimstone

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