Rock Impressions

Tangent - Comm TANGENT - Comm
Inside Out
Distribuzione italiana: Spin Go!
Genere: Prog
Support: CD - 2011


A volte mi spiace che Tillison abbia rinunciato a portare avanti i PO90, la sua prima band importante, perché facevano dell’ottima musica, ma sembra aver trovato la sua vera dimensione con questi Tangent, un gruppo che abbiamo già trattato molte volte sulle nostre pagine, come molti di voi sapranno, una band che si è dedicata ad un porg volutamente retrò, nostalgico, vintage, fatto alla vecchia maniera per intenderci, una scelta di campo che paradossalmente ha dato ragione a Tillison, perché coi PO90 faceva musica molto più sperimentale e innovativa e non erano apprezzati, oggi fa musica, ottima come sempre, più prevedibile e sicuramente non innovativa ed ha ottenuto un discreto seguito con l’interesse dei media, stranezze della vita.
Comunque i Tangent sono una macchina da studio, hanno già fatto parecchi album, sinceramente ho perso il conto, esclusi i live questo deve essere il sesto in otto anni, quasi un record per una band di prog di questi anni. Se è vero che i Tangent non stanno inventando niente, è anche vero che hanno sempre proposto grandi pagine di musica, che non è mai stata scopiazzata, ma ha sempre tenuto una giusta distanza dai classici, pur dimostrandone apertamente una certa sudditanza. In altre parole Andy ha scelto di fare la musica che gli piace di più e gli riesce anche bene. L’unica eccezione per adesso sembra essere stato l’ottimo Not As Good As the Book, che era più moderno.

I Tangent sono anche sinonimo di lunghe suite, talvolta molto epiche, nel senso teatrali, così anche in questo album, che si compone di cinque brani, troviamo lunghe scorribande all’insegna di un ottimo rock romantico (qualcuno si ricorderà che una volta il prog veniva chiamato così), dominato da splendide melodie sorretto da partiture complesse e avventurose. In particolare vorrei far notare l’importanza delle melodie, che nel prog non sono sempre state al centro delle attenzioni compositive, non così nei Tangent di Tillison, che ha sempre privilegiato la struttura armonica dei suoi brani, rispetto alle espressioni tecniche e virtuose fini a se stesse. Ma mi accorgo che non ho ancora parlato del concept sottostante al disco, che è piuttosto interessante e verte sull’evoluzione delle comunicazioni negli ultimi 100 anni, da quando è nato il codice Morse per capirci e pone l’accento sul quante vite sono state salvate grazie ai nuovi sistemi di comunicazione, che in pratica è il tema dell’ultimo brano “Titanic Calls Carpathia”. Poi c’è l’aspetto grafico che vede il ritorno della collaborazione col sempre più bravo Ed Unitsky, infine come non sottolineare che il disco esce in tre formati, la versione normale, la “Special Edition” con due bonus tracks e quella in vinile 180gr.

In altre parole possiamo avvicinarci con consolidata fiducia al nuovo lavoro di Tillison e compagni. Non temete, siamo sempre nel mare sicuro dell’ottimo prog d’autore. GB

Altre recensioni:
The Music That Died Alone; The World That We Drive Trough; Pyramids & Stars
A Place in the Queue
; Going Off On One; Not As Good As the Book; Le Sacre du Travail

Intervista: 2003

Live Reportage

Sito Web

Artisti collegati: Parallel Or 90 Degrees; Flower Kings


Indietro alla sezione T

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |