| Andando a scavare negli archivi musicali di Erik De Beer, leader polistrumentista 
            del progetto Life Line Project, ci si imbatte in numerose chicche 
            musicali. L’artista olandese è prolifico negli ultimi 
            tempi, in più ama rispolverare dalla propria discografia lavori 
            che comunque hanno permesso la sua evoluzione artistica. Questa è 
            la volta di “Time Out”, album di canzoni scritte originariamente 
            nel 1994. Qui Erik suona tutti gli strumenti e si avvale solamente 
            della melodiosa voce di Marion Stroetinga quale coronatrice del contesto. 
            La proposta musicale è indirizzata verso un Rock sinfonico, 
            specialmente nella seconda parte del disco, quella strumentale.
 
 Settantuno minuti di musica per “Time Out”, a partire 
            dalla cavalcante “Dog Overture”, breve strumentale che 
            fa da apripista all’intero lavoro. Chi ama la batteria acustica 
            è avvisato, nel disco ci sono ritmiche programmate. Il secondo 
            brano si intitola “Don’t Turn Your Back” e come 
            nello stile Life Line Project, le tastiere la fanno da padrona. Melodie 
            che comunque riescono ad evocare i fasti di fine anni ’70 e 
            primi ’80, non parlo di New Prog, ma di un genere caro a band 
            come Rousseau, Neuschwanstein o Sebastian Hardie. Dunque linee melodiche 
            curate , a tratti sognanti, anche se i cambi di tempo sono inevitabili, 
            come il genere vuole. Buona la prova al microfono di Marion. Bello 
            anche l’intro di chitarra acustica in “How I Miss You 
            Now”, pezzo caldo ed acustico facile da ricordare. Più 
            ricercato “All You Need Is Bluff”, specie nelle coralità. 
            Chitarre elettriche fanno breve presenza di tanto in tanto, donando 
            alla struttura del brano più robustezza. Le tastiere ricordano 
            passaggi alla Genesis e pur non essendo un momento epico, riesce comunque 
            a colpire l’attenzione dell’ascoltatore. Ancora un brano 
            intimistico con “Just A Thought” per poi giungere nuovamente 
            a “Don’t Turn Your Back” qui in versione del singolo 
            uscito anni fa. “Suzy” è acqua e sapone, gradevole 
            e graziosa, un piccolo esempio di ballata a cavallo fra Prog e Pop. 
            L’anima di De Beer si mette ancora una volta a nudo in “Time 
            Out”, breve strumentale composto da arpeggi di chitarra, flauto 
            e tastiere, per la gioia di chi ama sognare ad occhi aperti. Ma il 
            brano più bello del disco è la suite “Behind The 
            Curtain Of Your Ming” e non perché dura ventitre minuti 
            e mezzo, ma proprio per l’insieme sonoro che qui risulta più 
            corposo e coinvolgente. Velate armonie malinconiche fanno comparsa 
            far i cambi di tempo ed umore. Segue “Free”, altro strumentale 
            più gioioso e spensierato, semplice nella composizione e ben 
            eseguito. Il disco si conclude con un altra mini suite di dieci minuti 
            dal titolo “Across The Lines”, altro punto interessantissimo 
            di “Time Out”, specie nel frangente di chitarra classica, 
            spigliato e profondo. Tengo a precisare che “All You Need Is 
            Bluff”, “Just A Thought” ed “Across The Lines”, 
            sono tratti dall’album “Across The Lines” del 1994.
 
 Erik De Beer non finisce mai di stupire, l’amore che nutre per 
            questa musica è davvero contagioso e ritengo che la scelta 
            di rispolverare “Time Out” sia più che indovinata. 
            Bella musica senza troppi fronzoli, diretta al cuore di chi ascolta. 
            MS
 
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