| Cari amanti del Progressive Rock più delicato e strumentale, 
            quello dalle tinte Jazz e ridondante di tastiere in ogni dove, fermatevi 
            qui, la band dell’olandese Erik De Beer potrebbe proprio fare 
            al caso vostro. I Life Line Project si fondano nel 1988, quando Erik 
            De Beer è artefice di tutte le strumentazioni. Nel corso degli 
            anni vedono la luce diverse realizzazioni, fra cui “Beyond Time” 
            (altro album strumentale), Across The Lines” e “Time Out”, 
            qui con al microfono una voce femminile. Dopo la parentesi del complesso 
            Barocco Tempesta Consort, gruppo di Erik con il quale suona movimenti 
            di Vivaldi, Gasparo Zanetti, Evaristo Felice ed altri, nel 2003 è 
            la volta di rifondare i Life Line Project.. Esce “Illusion” 
            ed i rifacimenti di “The Journey” (2004) , “Duplo” 
            (2005) e nel 2006 quello di “The King”, album addirittura 
            datato 1978. La band si arricchisce solo ultimamente di nuovi elementi, 
            distaccandosi un poco dal termine one man band. Infatti nel 2007 si 
            aggiungono due chitarristi, Jason Eekhout & Jody Van Der Gijze 
            ed al basso Iris Sagan. Nel 2008 è dunque la volta di questo 
            “Modinha”, un insieme di brani composti e suonati la maggior 
            parte nel 2008..
 
 Molte tastiere dicevo all’inizio, la prerogativa principale 
            di questo gradevole lavoro sinfonico, dall’alto spiccato senso 
            dell’armonia. Mi sovvengono alla mente fraseggi alla Camel, 
            quelli dell’era Scuola di Canterbury. Ma la bellezza del disco 
            risiede nella sua varietà. Infatti si possono ascoltare canzoni 
            in classico stile Progressive come “Modinha-Inicio”, Oppure 
            la successiva “Joy”,dedicata al migliore tastierista olandese 
            di nome Rick Van Der Linden. Ho nominato i Camel e li troviamo in 
            “Stampede”. Una piccola parentesi oscura con “Dark 
            Procession” e poi del buon Jazz con “Mondina – Jazz 
            Intermezzo”. Le sonorità non finiscono qui, ci sono anche 
            interventi Hard, quasi al limite del Metal, come in “Subjective 
            Object”. Resto colpito dal brano “Keeper Of The Keys”, 
            dove il moog la fa da padrona, non a caso è dedicato proprio 
            all’inventore di questo meraviglioso strumento, Bob Moog. Oboe 
            e flauto per la breve e dolce “Sonho”, un piccola gemma 
            sinfonica dalla melodia toccante, il tutto ovviamente sopra i tasti 
            d’avorio di Erik. “Another Dayride” è accattivante 
            con il gioco delle tastiere, dove l’autore riesce a trasmettere 
            il suo divertimento anche a chi ascolta. Buona l’idea di condire 
            il tutto con brevi interventi jazz.
 “Modhina – Oracao” fa da breve interludio a “”Night 
            On The Freeway”, altro momento molto Scuola Di Canterbury. “Quasar” 
            è allegra e ritmata, per poi giungere alla conclusiva “Modinha– 
            Final”, altro momento fra piano oboe e flauto che però 
            esplode in energia a metà dell’esecuzione in un tripudio 
            di tastiere e persino con una tarantella al mandolino! Io sono in 
            possesso della versione con bonus track e dunque spazio anche a “Song 
            For Lara”.
 
 A grandi linee questo è il disco dei Life Line Project, un 
            lavoro non solo onesto, ma anche ricco di spunti interessanti, di 
            facile memorizzazione. Un classico disco da ascoltare in relax, magari 
            con un buon bicchiere in mano, quasi da meditazione. Sicuramente un 
            disco che fa compagnia, sempre si intende, che amiate le sonorità 
            sin qui descritte.
 Bravo Erik, ora sappiamo anche che a Settembre 2009 uscirà 
            il nuovo disco “The Finnishing Touch” e noi siamo curiosi… 
            MS
 
 Altre recensioni: The Finnishing Touch; 
            The King; Beyond 
            Time; Distorted Memories;
 The Journey; Time 
            Out; 20 Years After; Armenia
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