| Oramai è un dato di fatto, Erik de Beer è uno degli 
            artisti olandesi più interessanti per il genere Progressive 
            Rock della sua nazione. Ci ha deliziato negli anni con lo stile delicato 
            e gentile, assieme alle sue inseparabili tastiere, alle voci femminili 
            ed ai gradevoli interventi di chitarra. Gli artwork che accompagnano 
            generalmente i suoi dischi, descrivono precisamente le situazioni 
            sonore contenute nella musica. Paesaggi, particolari di luoghi e suggestioni 
            atmosferiche sono le coordinate emotive che vengono adoperate nella 
            musica dei Life Line Project per colpire l’attenzione.
 
 Questa volta il lavoro è maggiore, “The Journey è 
            un doppio cd, il primo s’intitola “Journey To The Heart 
            Of Your Mind”, il secondo “The Narrow Path”. Nel 
            primo si narra di una persona che è in cerca di se stesso e 
            che alla fine si piega alla rassegnazione del fatto che non è 
            possibile conoscersi profondamente. Non si ha neppure la conoscenza 
            di concepire l’intera esistenza del mondo. Un lavoro introspettivo 
            che per la terza volta giunge alla registrazione, la prima nel 1990, 
            poi nel 2004 ed oggi con arrangiamenti migliori ed una qualità 
            sonora maggiore.
 
 Ritorna al microfono Marion Brinkman-Stroetinga dopo sedici anni di 
            assenza dal progetto, cioè dai tempi di “Time Out” 
            (1995). L’opera è suddivisa in sedici segmenti ed i testi 
            sono ben esposti nel ricco libretto interno. Le tastiere di De Beer 
            sono sempre il fulcro della musica, ancora una volta suggestiva e 
            questo lo si evince gia dall’iniziale “Blank Page”. 
            Tornano alla mente band come Neushwanstein o Rousseau e non solo. 
            La chitarra offre buoni spunti in riff ed in arpeggi, come nella delicata 
            “The Journey Begins” dove il cantato ben dialoga con le 
            coralità calde ed avvolgenti. Non esulano frangenti più 
            vigorosi come in “Join Us!”, divertente e gioviale, oppure 
            nella chitarristica “Bright Spots”. Spesso la musica ha 
            il sapore del Prog in stile primi anni ’80, pur restando in 
            equilibrio con quello più classico.
 “Longing For My Childhood” è un altro pezzo da 
            sottolineare, molto Folk ed aggraziato. La sussurrata “Envy” 
            mette sulla bilancia grinta e pacatezza allo stesso livello, risultando 
            uno dei momenti più interessanti dell’intero disco. Bellissima 
            la fuga finale del piano. Per ascoltare i fiati bisogna giungere a 
            “Miss Fortune”, canzone che ben si adeguerebbe nella discografia 
            di Ian Anderson o dei suoi Jethro Tull. Più formula canzone 
            “The King Of Make-Believe”, mentre la successiva “Free!” 
            è concentrata sul lavoro del basso di Iris Sagan. Chiude con 
            energia e le tastiere a profusione “The Last Page” quello 
            che ritengo uno dei migliori lavori dei Life Line Project.
 
 Il secondo cd ha un argomento più ficcante ed attuale, “The 
            Narrow Path” va ad analizzare la scelta di Sarkozy e di Berlusconi 
            (anche qui…!!!!) di bombardare la Libia. Diritti umani? Petrolio? 
            Fatevi da voi un idea. Nel disco c’è “Does It Help”, 
            brano scritto nel 1991 dove alla voce ritroviamo la prima cantante 
            della band, Anja Dirkzwager. Anche qui girano quarantacinque minuti 
            di grande enfasi e vigore tastieristico, gia dall’iniziale “Turn 
            The Key”. Toccante la pianistica “Miniature 8 (La Melancolie)” 
            grazie anche al flauto di Elsa De Beer.
 
 In definitiva un doppio cd ricco di materiale buono per l’amante 
            del Progressive “totale”. Secondo il mio parere questo 
            è lo sforzo creativo maggiore di Erik e della sua band, perlomeno 
            quello che più mi ha saputo colpire, malgrado la lunga durata, 
            perché qui si osa di più. Consigliato a tutti. MS
 
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