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            I nostri lettori più fedeli dovrebbero già aver conosciuto 
            questa formazione francese, giunta con questo Exposition all’ottavo 
            album della sua discografia. La loro musica è chiaramente di 
            ispirazione dark wave ottantiana, ma il gruppo ha saputo trasformare 
            la materia musicale di partenza arricchendola di svariati influssi 
            e rendendola sempre più personale e convincente.
 Ci sono varie caratteristiche dei CDAA che rendono il loro sound particolare, 
            in primis la voce seducente di Chloe e poi l’uso di strumenti 
            ad archi e infine il tentativo di coniugare il gothic più rock 
            con quello più etereo, si può descrivere questo immaginando 
            un mix di Dead Can Dance e Christian Death, eleganza e forza drammatica 
            coniugati in un format dal fascino indiscutibile.
 
 I brani che escono da questo processo alchemico sono spettrali ed 
            efficaci, ogni traccia è collegata ad un quadro di diversi 
            autori, che hanno dipinto nei due secoli passati, si parte con l’agghiacciante 
            “Les Sombres Plis de l’Ame” che si ispira al tetro 
            “La Neige” dipinto nel 1873 da Daubigny. Non meno impressionante 
            è il silenzio che traspare da “The Monk on the Shore” 
            dipinto attorno al 1810 da Friedrich e che ha dato vita alle note 
            cupe del brano omonimo. La musica dei nostri è molto “espressionista”, 
            se possiamo usare questo termine, e traghetta le emozioni dei quadri 
            con sorprendente efficacia. Ma non voglio fare uno sterile resoconto, 
            quello che voglio aggiungere è che i CDAA si dimostrano artisti 
            particolarmente sensibili e colti, il loro non è certo il primo 
            tentativo di abbinare musica a immagini di dipinti, fra i primi esempi 
            c’è il bellissimo disco barocco degli EL&P Picture 
            at an Exhibition. Ma questo album non teme scomodi paragoni, davanti 
            all’arte lo spettatore si mette in silenzio ad ammirare i colori, 
            le forme, i suoni, la bellezza… e le emozioni fluiscono nel 
            suo sangue lasciando traccie indelebili che raggiungono l’anima.
 
 Comunque lo si voglia considerare io penso che ci sia sempre posto 
            per esperimenti musicali come quello presente. I CDAA sanno raggiungere 
            l’anima di chi li ascolta e questo li rende grandi. Top album! 
            GB
 
 Potete trovare le immagini dei quadri citati al seguente link: http://cdaa.free.fr/discography/exposition.php.
 
 Altre recensioni: Villier-Aux-Vents; 
            The Bower of Despair; Un 
            Automne à Loroy;
 Au Val Des Roses; Vernes-Monde
 
 Intervista
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