| Il 
            presente cd è la ristampa del secondo album della discografia 
            di questo affascinante combo francese edito nel 1990 e rappresenta 
            la terza ristampa ad opera della Prikosnovenie dopo il capolavoro 
            Villier Aux Vents (ed. 1994, reprinted 2003) e l’esordio Un 
            Automne à Loroy (ed. 1989, reprinted 2004). Senza dimenticare 
            che sempre lo scorso anno il gruppo ha pubblicato, sempre sotto la 
            stessa label, lo splendido e inqietante The Bower of Despair. Questo 
            ci da la possibilità di approfondire il percorso artistico 
            di questi musicisti che hanno saputo creare nel tempo una proposta 
            particolarmente originale.
 Il primo album era piuttosto acerbo e ancora molto legato agli anni 
            ottanta, ma già mostrava la grande classe dei Collection D’Arnell 
            Andrea, con Au Val des Roses uscito un anno dopo si sente la maturazione 
            della band, il sound si fa più originale e le soluzioni sono 
            più convincenti, anche se non siamo ancora ai livelli di Villier 
            A. V.. Il gusto ottantiano ereditato da formazioni come i Siouxie 
            and the Banshees, i Dead Can Dance e i Sister of Mercy non verrà 
            mai meno, ma già si sentono le orchestrazioni neoclassiche 
            che elevano la proposta dei nostri, tanto che qualcuno definisce la 
            loro come una “musica da camera”, un esplicito riferimento 
            alla musica classica, con l’aggiunta di un basso, della drum 
            machine (usata in modo molto elegante e per nulla freddo) e della 
            suadente ed eterea voce di Chloé St Liphard, una definizione 
            molto convincente.
 
 Le tracce non funzionano ancora in modo perfetto, dopo il buon esordio 
            con “Un Horizon de Lune” arriva l’anonima “Aux 
            Cordes Eternelles”, ma nel disco c’è un crescendo 
            di piacevolezza e concretezza che sfocia in brani come “Un Attente 
            Douleur” o l’incantevole “Un Matin de Septembre”. 
            La ricerca di personalità emerge nella marcetta “Un Parc, 
            Une Tonnelle”, mentre l’amore per gli eighties riesplode 
            ne “Un Refuge Lointain”. Da non perdere anche la grande 
            eleganza della conclusiva strumentale “Un Tiède Reposoir”, 
            mesto commiato autunnale ad un album dalle tinte fosche come i colori 
            che emergono lentamente dalla nebbia.
 
 Come bonus troviamo un interessante remix industriale di “Une 
            Attente Douleur” e una nuova traccia molto tenebrosa dove il 
            gruppo si diverte a sperimentare con dei campionamenti e dei loop.
 
 La traccia multimediale contiene alcune foto, articoli dell’epoca 
            e un inquietante filmato che, se non mi sbaglio, propone tutta una 
            serie di immagini di fotografie fantasmi con una base musicale orrorifica 
            ad opera del gruppo stesso.
 
 Se amate la musica gothic non dovete ignorare questa band, perché 
            i loro lavori sono di rara bellezza. GB
 
 Altre recensioni: Villier-Aux-Vents; 
            The Bower of Despair; Un 
            Automne à Loroy; Exposition;
 Vernes-Monde
 
 Intervista
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