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            è il disco gothic che stavo aspettando con ansia da quando 
            ho iniziato a scivere per il nostro giornale. Non si tratta del nuovo 
            album di questi ragazzi francesi, ma della ristampa del loro quinto 
            lavoro del '94.
 In questo disco meraviglioso ho trovato finalmente l'evoluzione di 
            ventanni di musica gothic. La decadenza, la malinconia, la tristezza, 
            la forza espressiva, il romanticismo, la ritualità, il tribalismo 
            sono portati all'ennesima potenza senza scadere mai nel banale e becero 
            sessismo satanico.
 
 Finalmente un gruppo che torna a sperimentare sul serio, dove tutto 
            è affidato alla musica e ai testi, che sono incentrati sulla 
            drammaticità e l'orrore della prima guerra mondiale. Le liriche 
            sono di una crudezza apocalittica impressionante, ma allo stesso tempo 
            sono veri e propri inni antimilitari, vere e proprie poesie messe 
            in musica che condannano tutte le guerre e le tragedie che ne provengono.
 
 Il gruppo è formato da Chloé St Liphard alla voce, Carine 
            Grieg alle tastiere, Franz Torres-Quevedo alle chitarre, Xavier Gaschignard 
            al violoncello e Jean Christophe d'Arnell alle percussioni e tastiere, 
            una formazione atipica in grado di esprimere un sound molto compatto 
            e altamente evocativo.
 
 Fin dalle note di apertura di "Les Cendre Lisières" 
            ci si rende conto che ci si trova di fronte ad un album diverso dal 
            solito, la musica è pulsante e drammatica, il suono è 
            perfetto e l'atmosfera è cupa come non mai, tribalismo e minimalismo 
            si fondono in un mix assassino. "L'Aulne et la Mort" con 
            la sua batteria campionata ci catapulta dritti negli anni '80, un 
            viaggio a ritroso che ogni fan del lgoth sound non può non 
            gradire. "Le Chemin des Dames" rielabora la lezione di Dead 
            Can Dance e Cocteau Twins creando uno spaccato di grande suggestione. 
            Il violoncello è fantastico in questo contesto e spesso fa 
            la differenza rispetto a tanti lavori simili, mentre come non lasciarsi 
            trasportare dalla bellissima voce di Chloé? La rituale "Les 
            Parvis Déserts" possiede una solennità maestosa 
            commovente. "Deaf or Crazy" ha un ritmo irresistibile, con 
            le melodie che ricordano molto gli Smiths più ispirati. "Verdun" 
            è uno dei momenti più cupi e ossianici, un brano stupendo. 
            "Deafening Breath" ricorda gli Echo and the Bunnymen più 
            cupi, mentre "Le Ravin des Fontaines" quelli più 
            sixties. "L'Orniere" è un altro brano imperdibile 
            con il suo incedere cadenzato e teatrale di grande effetto.
 
 In questa ristampa sono aggiunti il remix elettronico ed heavy del 
            brano di apertura e anche in questo contesto siamo sempre su livelli 
            di eccellenza, inoltre ci sono i filmati live di "Deafening Breath" 
            e "Verdun".
 
 Un disco assolutamente imperdibile. GB
 
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