Rock Impressions
 

ATARAXIA: UNA BAND ITALIANA PELLEGRINA NEL MONDO
di Giancarlo Bolther

Ci sono luoghi evocativi per vocazione.
La cui natura esistenziale si fa simbolo e metafora.
Ci sono acque in moto perpetuo.
La cui cantilena è richiamo irresistibile.
Ci sono pietre scolpite per raccontare storie.
Un linguaggio esoterico per pochi eletti.
Ci sono conoscenze che non vanno tramandate.
Ma chiedono di essere accolte e rispettate.
Chiedono la memoria, impongono il silenzio.
Che non è mutismo, ma ascolto, ricerca, significato.
E ci sono ricettori di energie invisibili.
Ultimi paladini indifesi dalla sensibilità immensa.

NEMO PROFETA IN PATRIA
Gli Ataraxia sono un gruppo tutto italiano, che ha saputo conquistarsi, con un lavoro decennale, uno status internazionale di tutto rispetto. Anzi, questo è il problema: in patria non hanno ancora raggiunto il grande pubblico e sono ingiustamente confinati ad una ristretta e qualificata cerchia di estimatori. I loro dischi vengono pubblicati per lo più da etichette discografiche straniere e ogni anno vengono invitati a suonare in paesi come Germania, Spagna, Portogallo, Argentina e Messico dove vengono accolti come vere star internazionali e dove portano la tipicità creativa della nostra cultura. In particolare in Messico hanno suonato di fronte a duemila persone.

QUANDO L’ARTE SI FA CAMMINO
Il loro viaggio artistico parte alla fine degli anni ottanta, al seguito di gruppi importanti quali i Dead Can Dance e i Sol Invictus. Questi artisti hanno rielaborato la musica posk punk e dark attraverso un rigoroso approfondimento delle musiche etniche e medioevali. La proposta musicale degli Ataraxia, fondando le proprie radici nell’immensa ricchezza culturale del nostro paese, è molto personale e raffinata, il gruppo ha sviluppato un percorso di ricerca sui suoni e sulle melodie “antichi”, provenienti da tutte le aree del mediterraneo e dal nord Europa, conferendo, però, una veste “contemporanea” alla loro musica. In questo si differenziano da altri nomi importanti del nostro panorama che hanno fatto del recupero di musiche tradizionali un vessillo artistico quali La Nuova Compagnia Di Canto Popolare, molto più legati alla tradizione e ad una sorta di purezza originale. Gli Ataraxia, invece, rileggono il passato coniugandolo con una forte tensione moderna, la loro non è una proposta semplicemente estetica, ma esistenziale, pertanto la loro musica possiede una intensità capace di parlare al nostro tempo, non è musica nostalgica, ma metaforica, che utilizza un linguaggio “antico” per trovare le chiavi di lettura del presente.

QUANDO PARLA IL SILENZIO
Il processo compositivo di questi artisti è molto particolare ed è uno degli aspetti più affascinanti del gruppo. Gli Ataraxia amano immergersi nella natura e nella storia, amano un contatto sensoriale totale con la cultura, pertanto riescono a leggere, con un processo di tipo percettivo e medianico, i segni del passato e del presente anche in luoghi che a molti possono sembrare “comuni” o inespressivi. La loro musica offre il piacere del particolare e l’ascoltatore può così diventare un attento turista della memoria, con una reale partecipazione attiva. Il nostro stesso modo di essere ha un perché, un’origine che ha coordinate ben precise. Il silenzio e la meditazione, pertanto, sono le condizioni ideali per ascoltare le testimonianze, anche quelle più flebili e sussurrate, che il passato ci tramanda e che ci permettono di comprendere più in profondità la nostra stessa identità. Parafrasando si può dire che l’arte di questo gruppo possiede una natura mistica e spirituale.

L’ARTE DI FARE ARTE
La proposta del gruppo possiede una coerenza interiore totale, gli Ataraxia non limitano il loro progetto al solo aspetto musicale. Ovviamente, per quanto riguarda le liriche, c’è una ricerca poetica molto accurata, fatta di anni di studi e di approfondimenti, il risultato è una naturalezza espressiva che affascina l’ascoltatore. Inoltre il gruppo ha scelto di esprimersi con linguaggi diversi che abbracciano il latino, l’italiano, il francese, il portoghese, l’inglese e il tedesco al fine di una meditata ricerca sui suoni, in quanto la pronuncia di ogni singola lingua possiede una propria originalità, delle proprie sfumature che sono in grado di conferire particolari atmosfere ad ogni brano. Negli spettacoli dal vivo indossano maschere, costumi e oggetti di scena che realizzano personalmente e sono accompagnati da un mimo, che, come un abile alchimista, catalizza le energie espresse dalla musica e le trasforma in immagini suggestive. Talvolta utilizzano anche proiezioni e ogni esibizione diventa uno spettacolo multimediale per vocazione. Il gruppo è così affiatato che riesce a trasformare ogni appuntamento in un evento, non ci sono due serate uguali, non solo per la diversità dei brani proposti, ma per uno sforzo creativo che impone una continua evoluzione.

SUEÑOS: L’ULTIMO DISCO IN STUDIO
Con Sueños il gruppo è arrivato all’importante traguardo del nono album a testimonianza di una carriera tutta in salita. La costante crescita artistica di questa band viene esaltata da questa stupenda prova in studio, dodici brani densi di poesia, talvolta solare, talvolta malinconica, ma sempre fortemente suggestiva. Musiche etniche e medioevali si fondono in un’armonia ancestrale riuscita ed emozionante. La forza espressiva del lavoro di questi cosmopoliti della cultura si accresce ascolto dopo ascolto ed è diminutivo soffermarsi su di un singolo brano, questo disco va ascoltato nella sua totalità. A volte testimoni, altre volte interpreti di un passato nascosto da una storia che vuole correre troppo veloce e che non si accorge che, cosi facendo, rischia di perdere dei pezzi preziosi della propria identità, ci indicano un percorso da seguire, quello del viandante pellegrino. Un percorso che ben si addice al loro progetto, un viaggio interiore da turista dell’anima e della bellezza. Ci sono molti gruppi che si stanno dedicando al recupero di musiche dimenticate, ma gli Ataraxia sono sorprendenti per la ricchezza e la maturità della loro proposta, la loro esplorazione sembra non avere confini e propongono armonie mediterranee e celtiche, barocche e neogotiche fuse in un’armonia perfetta, in un continuo crescendo. Un caleidoscopio di emozioni che apre la mente e il cuore verso le radici della nostra civiltà, un viaggio indimenticabile!

GB

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Intervista

Live reportage: 2001; 2007

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