Rock Impressions

Tygers of Pan Tang - Ambush TYGERS OF PAN TANG - Ambush
Rocksector Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2012


Questo nuovo titolo rappresenta il secondo album del nuovo corso delle tigri più famose del metal, un disco importante per capire il valore di questo ritorno. Già l’artwork dell’emozionante Rodney Matthews mi ha riportato alla memoria tanti grandi album e mi ha fatto sentire molto più giovane. Poi un altro tuffo al cuore l’ho provato vedendo che alla produzione c’è un altro nome mitico: Chris Tsangarides, che già era responsabile dei primi due album della band, insomma un ritorno in grande stile. La line up è quasi inalterata con il solo cambio del bassista, Brian West, che ha lasciato il posto a Gavin Gray, alla voce quindi c’è sempre quella grande ugola di Jacopo Meille, il motore ovviamente è sempre il chitarrista Robb Weir, che divide il lavoro con Dean Robertson, mentre alla batteria c’è Craig Ellis.

Il disco parte con un giro acustico e sembra quasi tradire le attese, ma è solo la frazione di un secondo ed ecco ruggire le chitarre, il riff portante è anthemico e potente come ai tempi migliori e la sezione ritmica pulsa con la forza giusta, Jack sfodera la sua voce migliore e tutto gira che è una meraviglia “Keeping Me Alive” è una canzone di apertura praticamente perfetta. “These Eyes” è meno d’effetto, ma non manca di determinazione, buone le linee melodiche e il tutto regge. “One of a Kind” è molto melodica, la robustezza dell’heavy metal si stempera in un rock di grande classe e denota una vocazione americaneggiante che i Tygers non hanno mai disdegnato. Più secca e diretta “Rock & Roll Dream”, bella linea di basso, in questo pezzo è proprio la sezione ritmica a fare la parte del leone (ops… della tigre!). “She” ha un avvio un po’ scontato, che mi ricorda gli Scorpions, poi però il brano prende una strada personale e convincente. “Man on Fire” ha una linea intrigante, che si stacca dal resto del repertorio, costruita su un giro blues energizzato cattura per intensità. L’adrenalina torna a scorrere veloce con “Play to Win”, uno di quei brani che piacciono sempre dal vivo. Era tempo di una ballatona ed ecco “Burning Desire”, molto elettrica, ma carica di passione. “Hey Suzie” riporta alla mente la celebre “Suzie Smiled”, ma non ha la stessa forza, paragone scomodo, ma il pezzo non è male. “Mr. Indispensable” ha invece il tipico riff che cattura fin da subito, infine si chiude con la veloce “Speed”, il brano giusto per un sano headbanging.

I Tygers confermano il buon momento con questo disco, che non presenta novità, ma solide conferme. Ambush è un disco per tutti gli amanti dell’heavy rock, certo oggi l’heavy metal è un’altra cosa e questo a molti giovani sembrerà più hard rock, ma negli anni ottanta la NWOBHM ha segnato una rivoluzione che in forme diverse dura tutt’oggi e i Tygers a pieno titolo sono fra i gruppi che hanno guidato questa rivoluzione. GB

Altre recensioni: Back and Beyond; Animal Instinct; The Wild Cat Sessions;
The Spellbound Sessions
; Noises From the Cathouse

Live Reportage: 2008

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