Rock Impressions

Tygers of Pan Tang - The Spellbound Sessions TYGERS OF PAN TANG - The Spellbound Sessions
30th Anniversary Special Edition
Hard Rock Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Heavy Metal
Support: mCD - 2011


Se il debutto dei ToPT è stato un successo, il secondo album è stato uno dei migliori dischi della NWOBHM, uno dei classici per intenderci, di quelli che non dovrebbero mancare in nessuna discografia che si rispetti, ottimi pezzi, ottima line-up con un singer eccezionale, ottimo sound, tutto molto riuscito, era il 1981 e i Tygers si imposero sulla scena con un “atto di forza”, sicuramente al pari (in molti casi anche meglio) di tutti i grandi che in seguito hanno avuto più fortuna di loro. Anche questo titolo esce in edizione limitata di sole mille copie ed è distribuito principalmente per vie private come il sito web e i concerti. Un atto d’amore per i fans, ma giustamente anche il passato glorioso del gruppo.

Questo tributo a trent’anni ci riporta indietro nel tempo e il cuore vacilla sulle note di questi brani. Come nel titolo precedente dedicato al debutto, anche in questo caso si tratta di un mini CD di soli sei brani contro i dieci originali, ovvio che a me sarebbe piciuto moltissimo un set list completo, ma la scelta è comunque condivisibile. I titoli sono tutti eccellenti, dall’opener “Gangland”, che univa potenza e velocità (ovviamente per l’epoca in cui il disco è uscito), un brano giovane e anthemico, Jack regge egregiamente il confronto con l’ugola cristallina di Deverill, ma lo dimostrerà ancora meglio nei brani seguenti. “Take It” mi ha sempre dato delle emozioni forti, più lenta della precedente, ma anche di gran lunga superiore a livello compositivo, ottimo il riff portante e stupenda la costruzione armonica del pezzo, che a distanza di anni conserva ancora tutto il suo fascino. “Hellbound” è sempre stato un brano da cantare a squarciagola, situazione ottima per Meille di mettere in mostra la propria bravura, dopo tanti anni ho ancora stampato bene in mente il suo ritornello contagioso, sempre bello da ascoltare oggi come allora. Che dire di “Mirror”? era uno dei lenti più belli, scusate l’uso del passato, è uno dei lenti più belli, con un crescendo stupendo, questo brano da solo vale il prezzo di tutto il disco, non servono altri commenti. “Tyger By” è un altro di quegli episodi che hanno fatto dei Tygers dei veri eroi del genere, un classico dalla forza indomita. Si chiude con “Don’t Stop By”, come sull’originale, perché i brani erano belli dall’inizio alla fine.

La prima considerazione finale è che mi piace questa “celebrazione”, perché mette in luce la forza e la bravura dell’attuale line up e perché è giusto ricordare il passato, le nostre radici, non è solo nostalgia, è davvero un atto d’amore. La seconda considerazione è che l’heavy metal classico sta dimostrando una vitalità sorprendente, sembrava morto e invece eccolo ancora pieno di vita, certo non ci saranno i grandi numeri del passato, ma oggi in quanti possono vantare “grandi numeri”? Ovviamente la mia speranza è che la band continui questa “celebrazione” almeno fino al bellissimo The Cage! GB

Altre recensioni: Back and Beyond; Animal Instinct; The Wild Cat Sessions; Ambush;
Noises From the Cathouse

Live Reportage: 2008

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