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            Chi mi conosce un po’ sa che provo un affetto particolare per 
            questi eroi della NWOBHM e tutte le volte che devo scrivere qualcosa 
            per una band che amo, provo una specie di senso di pudore, che in 
            un certo senso mi blocca, ma non voglio sottrarmi al compito di parlarvi 
            di questo mini CD dal titolo molto esplicito. Si tratta infatti della 
            riedizione di alcuni brani tratti dal loro debutto. Oggi alla voce 
            non c’è più Jess Cox e nemmeno il successivo e 
            superiore John Deverill, ma l’italianissimo Jacopo “Jack” 
            Meille, prima di tutto un amico, ma anche un grande singer, che si 
            è meritatamente conquistato un ruolo internazionale. Ma in 
            pratica della formazione originale è rimasto solo il chitarrista 
            Robb Weir, gli altri musicisti sono Dean Robertson alla seconda chitarra, 
            Brian West al basso e Craig Ellis alla batteria.
 
 Ma veniamo al cd. La band ha deciso di rifare cinque brani su dieci, 
            direi i migliori del lotto, anche se a me piacevano tutti. Wildcat 
            era stato un debutto sorprendente, era entrato in classifica al quindicesimo 
            posto, segno che c’erano effettivamente dei numeri. Si parte 
            con l’anthemica “Euthanasia”, un grido di battaglia 
            che mostra tutta la sua modernità. Lo scopo della band con 
            questo disco è di ricatturare l’essenza del sound ottantiano 
            facendolo sembrare attuale e fresco e fin dalle prime note si capisce 
            che questo risultato è pienamente raggiunto. “Slave to 
            Freedom” è il pezzo più complesso e ambizioso, 
            l’impianto hard rock si vena di sfumature diverse ai limiti 
            del prog, anche se l’energia è sempre la chiave principale 
            di lettura, ottima la performance di tutti i musicisti. “Suzie 
            Smiled” è uno dei miei brani preferiti di sempre, il 
            suo riff portante per me è nel metal quello che è stato 
            il riff di Smoke On the Water nell’hard rock, anche se non ha 
            avuto la stessa diffusione, provo ancora i brividi a riascoltarlo 
            e devo dire che questa nuova versione è decisamente meglio 
            dell’originale. “Don’t Touch Me There” è 
            il brano di più facile presa, ruffiano e maschilista, divertente. 
            “Wild Catz” è il classico brano da motorbikers, 
            un inno selvaggio, contiene tutta l’essenza del vero heavy metal, 
            vero classico.
 
 Questo cd è edito in edizione limitata di sole mille copie, 
            francamente avrei preferito avessero rifatto tutto l’album per 
            intero, ma ci si può anche accontentare, rappresenta comunque 
            una bella fetta di storia. GB
 
 Altre recensioni: Back and Beyond; 
            Animal Instinct; The 
            Spellbound Sessions; Ambush;
 Noises From the Cathouse
 
 Live Reportage: 2008
 
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