Rock Impressions

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Three - The Ghost You Gave Me THREE - The Ghost You Gave Me
Metal Blade
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog / Prog Metal
Support: CD - 2011

Non mi capita quasi mai di ascoltare un disco la prima volta e provare una certa delusione e poi cambiare idea, di solito quello che provo al primo ascolto è quello che mi resta di quell’album. Confesso che la prima volta che ho messo le orecchie nell’anteprima pubblicata in AOL sul materiale contenuto nel nuovo lavoro degli statunitensi Three (che sono in assoluto la mia band preferita fra quelle uscite negli ultimi dieci anni) ho provato una certa delusione, perché nelle orecchie avevo ancora la maestosità di The End is Begun e la visionarietà di Wake Pig, due dischi immensi, insomma questo mi sembrava carino e basta, ma mi sono ricreduto adesso che ho il cd vero e proprio fra le mani.

L’apertura è delicata, “Sirenum Scopuli” inizia con un morbido arpeggio e la voce quasi sospirata di Joey creano un’atmosfera quasi surreale, poi parte subito “React”, dominata da ritmi complessi e armonie stupende, queste due componenti sono il marchio di fabbrica di questa band fuori dal comune, che ha sempre ricercato grandi melodie ricamate su trame ritmiche alquanto complesse, con abbondanza di ritmi dispari e controtempi, ma come dicevo e sottolineo, tutto al servizio della melodia e sono scintille. Con “Sparrow” entra il lato più metal della band, che tanto sa carezzare i nostri sensi e tanto riesce a scuoterci, brano molto dinamico. La complessità cresce ancora con “High Times”, che arriva a intrecci davvero articolati, un pezzo che cresce ascolto dopo ascolto. “Numbers” non è da meno, Joey sembra fare il verso a Plant nel cantato, il ritmo è quasi tribale, urgente, sembra una corsa. Più tranquilla “One With the Sun”, che non rinuncia ai canoni tipici della band, ma consente all’ascoltatore un momento più meditato e spirituale.

La title track è la summa di tutto quanto detto, è nervosa, incalzante, le belle melodie poggiano su un tappeto ruvido, dando vita ad un contrasto di gran classe. Come in un crescendo che coinvolge tutto il disco si passa a “Pretty”, brano che richiede più ascolti per essere interiorizzato. Altro tuffo al cuore è “Afterglow”, che ha delle melodie che mi hanno intrappolato come le spire di un serpente. “It’s Alive” rappresenta uno dei momenti più propriamente prog del disco, difficile farne un resoconto dettagliato, perché è un brano veramente ricco, una grande prova di classe. “Only Child” mantiene alto il tenore del disco, siamo all’undicesimo brano è non c’è stato un solo momento di calo. Chiude “The Barrier”, che sembra quasi una canzone d’autore americana, in un disco tutto in crescendo ci sta bene questo finale poeticamente melodico, che non rinuncia a intrecci prog, ma che suggella il disco all’insegna di una bella melodia.

I Three continuano ad entusiasmarmi e sembrano più ispirati che mai, Joey Eppard possiede una dote speciale e compone musica sempre più personale e innovativa, in un periodo in cui è sempre più difficile trovare artisti che riescono a dire qualcosa di nuovo o quantomeno personale, lui ci riesce e sembra farlo con una naturalezza davvero invidiabile. GB

Altre recensioni: The End is Begun; Revisions; Bearsville Theatre

Interviste: 2008

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