Rock Impressions

Lelio Padovani - Chasing the Muse LELIO PADOVANI - Chasing The Muse
Selfproduced

Genere: Virtuoso
Support: CD - 2007


Torna il virtuoso chitarrista parmense con un nuovo album strumentale, dove infonde tutta la sua passione per la chitarra. Padovani è un chitarrista molto attento alla melodia e il suo tecnicismo non soverchia mai l’ascoltatore, nonostante sia sempre molto evidente l’alto tasso tecnico dei suoi fraseggi.

Il nostro ama spaziare dal metal alla fusion e spazia volentieri anche nel prog. In questo album offre al pubblico il suo lato più intimo e romantico e ci regala una serie di ballate dove Lelio accarezza i sensi del suo pubblico. Il disco parte un po’ in sordina con la riflessiva “Invitation”, che propone assoli dal respiro internazionale, si sente però la mancanza di una vera band alle spalle del nostro. Molto fusion appare “Chasing the Muse”, Padovani esprime delle belle melodie, che hanno l’unico difetto (se così si può dire) di essere malinconiche, in un brano dalla vocazione solare, si crea un effetto “contrasto” inedito, ma che non mi convince molto. In “Daydream” è ancora fusion, un brano piuttosto classico a livello compositivo, ancora una volta Padovani solletica le corde più intime di chi lo ascolta e lo fa con grande delicatezza. In “Rainy” l’effetto è quello di una giornata uggiosa, di quelle che non sai cosa fare, sarà la pioggia, sarà l’atmosfera complessiva dell’album, ma il mood di questa traccia è veramente triste e le scelte armoniche vanno tutte in questa direzione. “Light and Shadow” per fortuna è un po’ più vivace e riporta un po’ di luce come dice il titolo. “New Day” è più prog come struttura, anche in questo campo Padovani si destreggia bene. “Ballet” ha delle atmosfere insolite, quasi da giallo, molto particolare. “Better Days” invece gioca più sul sicuro con un mid tempo che serve al nostro per lanciarsi in assoli misurati e complessi al tempo stesso, ci sono sempre però delle timbriche malinconiche.

Padovani ha il pregio di avere uno stile personale e costruisce degli assoli che si distinguono, la sua inclinazione malinconica potrebbe non essere capita da tutti, ma è il suo punto distintivo, almeno in questo lavoro. Per il futuro mi piacerebbe poter ascoltare il nostro inserito in un gruppo, sono convinto che potrebbe uscirne della musica molto interessante. GB

Altre recensioni: The Big Picture; Electronic Ep; Waves

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