| La frastagliata discografia del geniale artista pesarese si arricchisce 
            di un nuovo capitolo che segue idealmente il precedente Sign From 
            Space.
 
 Chi conosce bene Paul sa che si tratta di un musicista eclettico che 
            passa con grande naturalezza dal metal estremo al jazz, dalla musica 
            elettronica a sessioni di pura improvvisazione. Abbandonati i territori 
            del dark e del doom, in questo progetto Chain si dedica ad esplorare 
            lo space rock al seguito dei grandi Hawkwind e del geniale Klaus Schulze.
 
 Si tratta, però, di registrazioni risalenti al '99 e che solo 
            oggi vengono rese disponibili al pubblico, infatti Paul Chain ha annunciato 
            che in futuro non userà più questo nome, ma più 
            semplicemente si farà chiamare con il suo nome italiano Paolo 
            Catena. Ad accompagnarlo in questo album sono ancora il chitarrista 
            Alex Vasini e il batterista Danilo Savanas, il Container 3000. Comunque 
            questo versatile musicista ha molte registrazioni in archivio che 
            attendono di essere pubblicate per cui sarà possibile vedere 
            ancora dei dischi con il suo vecchio nome per la gioia di tutti i 
            suoi estimatori.
 
 Come il precedente Sign From Space, Cosmic Wind è un album 
            totalmente improvvisato composto da due lunghi brani, due viaggi nell'animo 
            di un artista che ha fatto della sperimentazione il suo credo. Il 
            primo brano ha un'impostazione molto vicina al sound del famoso gruppo 
            inglese, un brano molto chitarristico con grandi aperture di synth 
            e di tastiere, il tema spaziale diventa mezzo e metafora per un viaggio 
            introspettivo, una discesa nell'io più profondo alla ricerca 
            di stati d'animo dimenticati o perduti. Il secondo brano è 
            molto più acido e psichedelico, non ci sono più i riferimenti 
            diretti agli Hawkwind, ma si passa all'elettronica tedesca con Klaus 
            Schulze in primis e il clima onirico spaziale è reso con grande 
            forza espressiva, sempre all'insegna di una musica mediatica e spirituale.
 
 Un altro grande disco, non facile per chi non è abituato a 
            questo tipo di sound, ma nel suo genere è un vero capolavoro! 
            GB
 
 Altre recensioni: Detaching From Satan; 
            Sanctuary Heve; 
            In The Darkness; Alkahest
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