Rock Impressions

Caprice - Kywitt! Kywitt! CAPRICE - Kywitt! Kywitt!
Prikosnovenie
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Neo ClassicaFairy
Support: CD - 2008

Ormai ogni nuova uscita dei russi Caprice è diventato un appuntamento certo per il nostro sito, un gruppo che mi ha affascinato fin dal primo ascolto, ma di certo non mi sarei aspettato un album come questo. Il leader del gruppo, Anton Brejestovski ha voluto dare una svolta al suo gruppo neo classico, abbracciando sonorità rock l’aggiunta di una chitarra elettrica, di un sintetizzatore analogico, del basso e della batteria, oltre ad altri strumenti più classici, questo porta una ventata di freschezza al sound dei Caprice.

L’album inizia con un invito ad entrare nelle mondo fantastico che si materializza ascoltando la musica di questi musicisti visionari, poi parte un brano molto gothic, con tanto di batteria e sonorità cariche di mistero, un brano da brividi, per non parlare dell’ingresso della chitarra elettrica e del cantato intenso di Inna Brejestoskaya, da brividi. “Monday Tuesday” è un brano tradizionale che sa di musica celtica, del resto il tema è ancora la foresta (per certi versi vicino alla trilogia Elven Music), molto solare, qui il gruppo torna alla formula già sperimentata senza strumentazione moderna. La title track è anch’essa un tradizionale con il testo preso da un racconto dei fratelli Grimm, pura magia e grande senso drammatico. La quarta traccia viene dal tardo medioevo e ancora una volta si resta incantati dalla finezza di questi artisti, che sanno suonare in modo davvero sublime. Anche “Mary Morison” ci restituisce i Caprice a cui siamo abituati con un’altra ballata festosa e allegra. “Philomel, With Melody” viene presa addirittura da William Shakespeare, una specie di ninna nanna che si ascolta e riascolta e si trova sempre lo stimolo di ricominciare ancora. “Christmas Lullaby” scritta da Anton non ha bisogno di molte spiegazioni, ma ricorda molto Enya nello stile e nell’incedere vagamente solenne. “Blacksmith” è un tradizionale che non aggiunge molto a quanto già espresso per i brani precedenti, ma non è certo un filler. “The Dusk of Kimmeria” è un breve intermezzo domintato da un pianoforte evocativo e profondamente malinconico, un tocco di gran classe. Più o meno la stessa atmosfera plumbea domina anche la successiva “More”, ma è un breve strumentale elettronico. “Peggy O” è ancora un tradizionale riarrangiato dai Caprice alla loro maniera, ma torna la batteria e gli atri strumenti moderni, che musicalità. Chiude una fanciullesca bonus track “Fae Fae Fae…” davvero incantevole, una specie di girotondo dalla vitalità irresistibile.

Questo nuovo disco segna quindi una svolta modernista, che dovrebbe poter conquistare nuovi fans, senza perdere i vecchi, che comunque ritroveranno quasi tutti gli elementi che avevano reso magici i precedenti lavori dei nostri nella maggior parte dei brani proposti, ma le “nuove” song che belle che sono! GB

Altre recensioni: Elven Music; Elven Music 2; Elven Music 3; Sister Simplicity; Masquerade

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