Rock Impressions

Caprice CAPRICE
Elven Music 2 - Iluvatar's Children
Prikosnovénie

A due anni di distanza dal primo splendido episodio dedicato dai Caprice al magico mondo di Tolkien e degli elfi esce il seguito, mentre lo scorso anno è stata pubblicata la ristampa del loro primo CD, precedentemente stampato solo in patria, la grande Russia.

Il primo episodio mi aveva entusiasmato per la sua intensità e la sua poesia, un capolavoro di rara bellezza, così ero particolarmente ansioso di ascoltare il seguito e devo dire subito che l'attesa è stata ripagata con grande generosità.

I musicisti di questo progetto vengono tutti da prestigiose orchestre sinfoniche e propongono una musica molto particolare e ricercata, definibile come l'anello di congiunzione fra la musica classica e il prog sinfonico, musica eterea, sublime, ma capace anche di momenti di grande forza espressiva.

Alla voce ritroviamo la bravissima Inna Brejestovskaya, la strumentazione usata è acustica con esclusione delle sole tastiere. Gran parte dei musicisti sono gli stessi dell'episodio precedente con esclusione delle tastiere, troviamo una sezione di archi e una di fiati, l'arpa e delle percussioni, il tutto amalgamato con una maestria consumata, un'abilità disposta per il puro piacere dell'ascoltatore.

L'album si apre con la breve "Rhyme of Love", un brano lento quasi ambient, con un arpa dolcissima, ma come introduzione non mi ha colpito molto. Meglio "Of Beren and Luthien" che riprende le melodie del pezzo precedente e le sviluppa in modo armonioso, con un andamento un po' medioevale. "O Rowan Fair" mette in mostra le doti vocali di Inna. "Bath Song" è un motivo rinascimentale, una specie di minuetto piuttosto allegro. "Elves of Rivendell" è il primo brano veramente magico ed evocativo, Inna è superlativa e la musica è splendida. Da questo punto l'album prende il volo e inizia a toccare le vette a cui ci aveva abituato l'episodio precedente. "Galadriel's Song" possiede una forza poetica trascendente. "The Tower of Cirith Ungol" è uno dei momenti più interessanti, perché ha un grande senso drammatico e si distacca decisamente dal resto del repertorio. "Elves Beyond the Sea" ha una malinconia struggente che esprime bene i contenuti dei libri di Tolkien. L'incantevole "The Last Ship" chiude ques'album magico e interrompe il viaggio, mettendo nel cuore un desiderio inesprimibile di ripartire.

Siamo molto lontani dal rock, ma è un disco troppo bello per non piacere a tutti gli ascoltatori dalla mente aperta. Io mi sono già perso da tempo nella Terra di Mezzo, ma spero di incontrare qualcuno di voi per viaggiare insieme. GB

Altre recensioni: Elven Music; Sister Simplicity; Elven Music 3; Kywitt! Kywitt!; Masquerade

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