Rock Impressions

Yes YES - Magnification


Gli Yes sono tornati a fare gli Yes! Magnification ci restituisce una band all'altezza del suo glorioso passato. Il gruppo sembra aver ritrovato la voglia di suonare e di stupire con le proprie magie, un icona del prog che è tornata a brillare di luce propria e a ristabilire il personale primato in un momento in cui il genere sta vivendo un momento magico, grazie a decine di nuove e agguerrite leve, che hanno riportato in auge il movimento.

Questo disco è condiviso con una vera orchestra sinfonica e questa collaborazione sembra aver galvanizzato i nostri, che ultimamente non erano più riusciti a ripetere i fasti di inizio carriera. I brani possiedono tutti un gran tiro e una buona dose di energia, le melodie sono finalmente convincenti e l'apporto dell'orchestra aggiunge una grande forza espressiva alle musiche. Insomma una maestosa prova di rock sinfonico, che sembra sbucare fuori direttamente dagli anni settanta quando il rock cercava di dimostrare che poteva essere considerato un genere musicale evoluto e colto.

Apre il disco il brano omonimo, una suite di sette minuti, Anderson attacca subito in gran forma e subito in evidenza troviamo l'orchestra a sostenere un incedere solare e felicemente epico, poi il refrain si fa più pulsante e prog. "Spirit of Survival" è il primo colpo al cuore, forte e diretto col suo incedere potente, una song che insieme a "Can You Imagine", il cui titolo è molto esplicativo, dal vivo devono far saltare di gioia ed esaltazione tutta l'audience, soprattutto se verranno dilatate, mentre la poesia di "We Agree" è il balsamo migliore per alleviare i lunghi anni di crisi e la musica ritorna, finalmente, ad essere "progressiva", come anche in "Dreamtime", brano epico e visionario che con il suo procedere pomposo e con i suoi breaks rievoca le splendide immagini delle indimenticabili opere di Roger Dean, ma che purtroppo non presta il suo talento per l'anonima cover del presente capitolo della Yessaga. Convincente prova per tutti i musicisti, con il solo White un po' sotto la sua media. Un ritorno alla grande e speriamo che non sia solo un fuoco di paglia! GB

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