| "Psychoanorexia", il quarto lavoro di T, progetto solista 
            del polistrumentista tedesco Thomas Thielen, nasce come uno sfogo 
            nei confronti di una società che appare malata, piatta, povera 
            di valori. Uno sfogo a briglie sciolte, dove l'artista constata che 
            "Questo è il luogo in cui l'avidità di essere una 
            popstar ha sostituito la sublime esperienza della creatività. 
            Questa è l'era in cui la democrazia significa fenomeno di massa, 
            non scelta. Questa è l'età in cui l'uguaglianza significa 
            mediocrità.".
 
 Ed il Rock si dimostra nuovamente viatico per una forma di protesta, 
            per meglio dire di uno stato d'animo. Anche in un genere musicale 
            "colto" come il Progressive Rock ci si sofferma a far riflettere, 
            il tutto in una veste musicale curata e certamente non scontata.
 
 T esordisce discograficamente da studio nel 2002 con "Naive", 
            per poi ritornare nel 2006 grazie a "Voice" e nel 2010 con 
            l'ottimo "Anti-Matter Poetry" disco nel quale la personalità 
            di Thielen si rafforza saldandosi in uno stile a cavallo fra Porcupine 
            Tree, Pink Floyd e Radiohead tanto per intenderci, ma anche alle radici 
            provenienti da colossi quali Genesis o i più recenti (per modo 
            di dire) Marillion. Ci pensa infine la personalità del polistrumentista 
            a dare all'insieme un senso logico che non appare solamente come un 
            semplice copiaticcio.
 
 Tutto ciò si constata già nell'iniziale suite "The 
            Aftermath Of Silence", dove il percorso sonoro si svolge fra 
            cambi di stile ed influenze, iniziando dalla Psichedelia vicina al 
            mondo di Steven Wilson (voce codificata inclusa) per poi passare a 
            malinconiche melodie in stile Anathema (gli ultimi, quelli più 
            acustici). oltre la metà del brano, invece si spazia dai Marillion 
            di Hoghart fino a suggere alla fonte degli anni '70 con i maestri 
            Genesis. Tutto questo per cercare di inquadrare il mondo di T. Un 
            disco certamente dedicato ad un pubblico preparato, anche se saggiamente 
            da parte dell'artista, non esulano momenti di facile assimilazione.
 
 ""Psychoanorexia" è composto da quattro lunghi 
            momenti sonori, il secondo si intitola "Kryptonite Monologues" 
            ed inizia energicamente, con un solo di chitarra importante, cercando 
            fra i suoni uno stato d'animo intensamente introspettivo ed allo stesso 
            tempo epico. La musica detta immagini alla mente fra cambi di tempo 
            e di ritmo. Questo è il sunto del Progressive Rock stesso, 
            in esso l'artista si dilunga a rappresentare in suono una vera e propria 
            visione delle cose, chi ama la struttura semplice della canzone troverà 
            difficoltà ad assimilare lavori del genere, non solo questo 
            di T, ma in senso generale. Tutti gli altri che lo seguono invece 
            saranno attenti ascoltatori e critici, perché chi ama questo 
            suono è altamente esigente. Nella suite si possono apprezzare 
            anche classicismi esibiti dal piano e molto altro ancora.
 
 Il cd si presenta in veste cartonata, con all'interno il classico 
            libretto colmo di testi, in questo caso molto lunghi ed articolati.
 Mentre gli altri brani si aggirano sulla ventina di minuti, "The 
            Irrelevant Lovesong" è l'unica che si avvicina di più 
            alla formula canzone grazie agli otto minuti di durata. Apre un melodico 
            e malinconico piano e voce, per andare fra crescendo e calando, il 
            tutto in memoria di uno stile compositivo alla Radiohead-Marillion.
 Inesorabilmente si ritorna alla complessità con la conclusiva 
            "Psychoanorexia", ricercata e a tratti anche elettronica.
 
 Alla conclusione dell'ascolto si ha la sensazione di sazietà, 
            la mente è stata appagata, come in una overdose emotiva. Questa 
            è un arma a doppio taglio almeno per le vendite, di certo T 
            è un artista vero, colui che non scende a compromessi e finche 
            usciranno dischi del genere la musica vera non sarà mai morta, 
            alla faccia di chi dice sempre che il Rock è morto. Non un 
            capolavoro, ma di certo uno sforzo creativo di notevole fattura. MS
 
 Altre recensioni: Fragmentropy, 
            Epistrophobia
 
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