Rock Impressions

Uli Jon Roth - Under A Dark Sky ULI JON ROTH - Under A Dark Sky
SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: hard rock sinfonico
Support: CD - 2008

Ormai si sa che Uli Jon Roth (ex Scorpions) è sinonimo di heavy metal sinfonico, ma questa definizione è riduttiva, perché si può azzardare che Mr Roth stia scrivendo pagine di musica classica contemporanea. Ma Uli non è solo uno dei più apprezzati guitar player di tutti i tempi, è anche direttore d’orchestra, insegnante, pittore, scrittore, poeta, filosofo… ha ideato lui stesso la chitarra in sei ottavi denominata Sky Guitar, insomma è un artista poliedrico e completo. Tutti dovrebbero conoscere la sua discografia, che è ricca di perle, anche perché Uli, che ha iniziato nei primissimi anni ’70, non ha dato alle stampe decine di dischi, ma ha sempre limitato la sua produzione cercando di pubblicare solo dischi di alta qualità.

Under A Dark Sky ha tutti gli elementi per essere considerato un’opera rock, c’è un coro con dodici elementi, sette cantanti solisti fra cui spiccano Mark Boals (ex Malmsteen, Royal Hunt), Liz Vandall (ex Sahara) e Michael Flexig (Zeno), e una piccola orchestra di dodici archi, Uli si occupa di tutte le parti di chitarra, basso e tastiere e canta in un paio di brani, la batteria è nelle mani di Michael Éhre (Metalium), infine troviamo un percussionista etnico e uno classico. Ma questa descrizione può dare solo una vaga idea della maestosità del suono corposo proposto in questo nuovo capitolo delle ambizioni musicali del nostro.

Anche la struttura della track list è indicativa in questo senso, infatti troviamo dieci brani, due dei quali sono delle suites composte da più movimenti. Ovviamente, essendo un’opera, l’album è costruito su un concept (praticamente tutti i dischi di Roth sono basati su concept) e il tema è la guerra, ovviamente in chiave antimilitarista. L’incipit è molto inquietante, c’è una sirena e i suoni concitati di un alfabeto Morse, il clima è di attesa e paura al tempo stesso. Poi ecco arrivare l’epica “Tempus Fugit”, titolo molto azzeccato per descrivere l’urgenza. Ma il primo pezzo forte è proprio la prima suite “Land of Dawn”, composta da tre movimenti, Uli parte in quarta col suo chitarrismo spaziale ed è una goduria ascoltarlo, poi con Boals alla voce le emozioni sono garantite. Il bilanciamento tra hard rock e musica classica ha raggiunto un livello notevole, praticamente perfetto. “The Magic Word” è un inno antimilitarista dal testo molto comprensibile, musicalmente è un brano complesso con parti melodiche che si rincorrono, tra mistero e esplosioni di vitalità. Questo però non è un disco che può essere considerato smembrando pezzo per pezzo, ma va ascoltato nel suo insieme e vi assicuro che non resterete delusi, perché non c’è un solo momento debole o sottotono.

Uli Jon Roth ha consegnato alle stampe il suo lavoro più maturo e completo, un lavoro che può sembrare per veri intenditori di musica, ma vi assicuro che è anche molto immediato e piacevole da ascoltare, poi il virtuosismo di Roth non ha bisogno di tante parole per incantare. Dategli un ascolto, perché sarebbe un vero peccato privarsi di un disco tanto bello. GB

Altre recensioni: Trascendental Sky Guitar; Historic Performances; Legends of Rock;
Beyond the Astral Skies
; Metamorphosis; Sky Of Avalon; Best Of

Intervista

Live Reportage

Sito Web


Indietro alla sezione R

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | MySpace | Born Again |