Rock Impressions

Raven Sad - Layers of Stratosphere RAVEN SAD - Layers of Stratosphere
Lizard Records / Prog Land
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog Psichedelico
Support: CD - 2011


Terzo capitolo sonoro per il sensibile artista di Prato, Samuele Santanna. Partito il progetto Raven Sad nel 2005 come one man band, si evolve oggi in forma di vera e propria band, grosso modo come il percorso evolutivo di Steven Wilson e dei suoi Porcupine Tree. Un passo che nel corso del tempo mi sarei anche atteso, in quanto la musica di questo artista ha bisogno di un supporto sonoro più caloroso ed è anche il genere che lo esige nei propri crescendo. Suoni delicati, Psichedelìa, Elettronica, Space Rock, fanno parte di quel pacchetto che spesso andiamo ad annoverare come Progressive Rock. Non a caso ho portato l’esempio di Steven Wilson. E come ho detto, finalmente è band! Il suono si arricchisce e comincia a prendere più spazio attorno alla mente di chi ascolta.
Giulio Bizzarri al basso, Simone Borsi alla batteria e Fabrizio Trinci alle tastiere, completano il gruppo.

"Layers Of Stratosphere" è composto da sette episodi morbidi e lucidi nella loro malinconia, Samuele sussurra la musica come se non volesse disturbare, in realtà sta entrando lentamente e sinuosamente nella nostra anima. Le sensazioni oniriche dunque sono quelle che prendono adito più frequentemente, ossia non si tratta di musica da ballare, ma per pensare e volare, anche se "Door Almost Closed" apre il disco con vigore e personalità. Elettronica si interseca con gli assolo ad ampio respiro della chitarra di Samuele, facendo riaffiorare alla memoria vecchi stralci di Psichedelìa, quella meno invasiva e più melodica, cara ai grandi Pink Floyd. Pezzo fenomenale che piacerà a tutti voi, perchè ricco di phatos.
"Lies In The Sand" è la suite dell'album, quasi 17 minuti di cambi di ritmo, uno dei frangenti più Prog del disco nel senso antico del termine, grazie soprattutto alle tastiere di Trinci. Non si può fare a meno di paragonarle per sonorità a quelle dell'indimenticato maestro Richard Wright (Pink Floyd). La musica Raven Sad è questo, isolare e staccare dalla realtà. "First Layer" è malinconicamente gotica ed avvolgente, con un refrain che rimane stampato alla mente, per non dire del solo di chitarra. Brano semplice e diretto a dimostrazione che non serve gridare per farsi ascoltare. "Mind Flies" dice tutto nel titolo, strumentale di sette minuti per lasciarsi andare. "The Highest Cliff" suggerisce paesaggi di Pinkfloydiana memoria, ma di quelli più recenti, a cavallo fra "The Final Cut" e "The Division Bell". "Second Layer" è un altro strumentale dove la chitarra è protagonista con note sostenute e sensazioni leggiadre. Uno dei momenti più belli del disco, ammesso che ce ne potesse essere soltanto uno. Il disco si chiude come meglio non potrebbe con "Lullaby For A Son", piccola gemma che non scalfisce nulla di quanto narrato, c'è da sottolineare soltanto un assolo di sax da parte di Claudio Carboni davvero superbo. Voglio ringraziare Samuele Santanna e lo staff di Lizard Record per aver messo all'interno del cd una mia citazione dalla quale vi estrapolo soltanto il finale: "Vita o sogno...chi in verità è predominante? Raven Sad ti accompagna nel cosmo immenso dell'esistenza....basta ascoltare e lasciarsi andare....Allora sapremo".

Questo è Raven Sad, questo è "Layers Of Stratosphere", un disco in cui si va in overdose emotiva, consigliato agli amanti dei Pink Floyd e non solo, cioè anche a tutti coloro che amano la buona musica. Terzo suggello, il salto di qualità è davvero elevato, servono più artisti così in Italia, ma anche un pubblico più attento…. MS


Altre recensioni: Quoth; We Are Not Alone
; The Leaf and the Wing


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