Polak Milan è un giovane chitarrista austriaco pieno di talento
e la sua biografia è abbastanza impressionante. Da piccolo
voleva essere un batterista, ma per vari motivi dovette “accontentarsi”
della chitarra. Un po’ come tutti è partito coi classici
ma il primo grande amore è stato Randy Rhoads, poi ha seguito
le orme dei vari Van Halen, Malmsteen e Gilbert cercando di trascriverne
le partiture a orecchio. Poi sono arrivati gli studi al conservatorio
dove si è avvicinato anche al jazz e alla fusion. Dopo essersi
diplomato ha iniziato a mandare in giro dei demo ricevendo recensioni
calorose ed è apparso sul terzo capitolo della compilation
di Mike Varney Guitar On The Edge.
Nel frattempo si è diviso fra insegnamento, carriera solista
e il suo gruppo New World, in seguito ha suonato con Billy Sheehan,
Marty Friedman, Ken Hensley, Falco (purtroppo proprio quello di Rock
Me Amadeus, tragicamente scomparso nel ’98 a causa di un incidente
stradale) e ha inciso un cd. Dopo altre esperienze in generi musicali
molto diversi approda alla Lion Music che oggi pubblica il suo secondo
album.
Questa molto in breve la sua storia che, dalle premesse, è
ancora tutta da scrivere. Ma veniamo all’album, dodici tracce
strumentali che mettono in risalto la grande abilità di Milan
(un nome che deve piacere molto al nostro Klaus), i brani sono molto
ben assortiti e dimostrano che le influenze di questo artista sono
molto varie ed eclettiche, ma si tratta di un disco interamente strumentale
per cui dubito possa attrarre persone non interessate ai virtuosismi
di chitarra. La bravura di Polak a volte è quasi scomoda e
irritante, un talento che ti viene gettato in faccia senza pietà,
che risulta quasi sconcertante. Dal metal alle ballate, dalla classica
al jazz è tutto un susseguirsi di virtuosismi molto godibili,
ma che alla fine sono anche il limite di un disco come questo.
Milan è un grande della sei corde e sono convinto che si ritaglierà
un comodo spazio nell’olimpo degli axe heroes. GB
Altre recensioni: Guitar Odyssey; Straight;
Can't Please Everyone
Intervista
www.milanpolak.com
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