Rock Impressions

Pallas - The Sentinel PALLAS - The Sentinel
EMI
Distribuzione italiana: si
Genere: New Prog
Support: Lp - 1984

Mi piace rispolverare questo vecchio disco degli inglesi Pallas. Forse questo nome non vi dirà nulla, oppure vi farà sorridere, eppure il quintetto è stato uno dei complessi più importanti per la rinascita negli anni ’80 del New Prog. Si parla sempre di Marillion (anche giustamente), IQ, Pendragon, ma anche loro hanno giocato un ruolo rilevante. Le carte se le sono giocate tutte, anche quella dell’artwork che richiama alla mente i lavori degli Yes, tanto per attirare l’attenzione del fans “progressivo”, all’epoca disperato per l’assenza del genere. Chi vede il disegno dell’lp sa gia cosa gli aspetta. Intanto questo “The Sentinel”, dopo “Arrive Alive” del 1981 è il vero primo disco ufficiale da studio ed appunto “Eyes In The Night (Arrive Alive)” è il brano 45 giri dell’intero lavoro. Il suono della band è corposo, compatto, sostenuto sia dalle chitarre elettriche di Niall Mathewson che dalle potenti tastiere di Ronnie Brown. Alla voce non troviamo ancora l’istrionico Alan Reed , ma il più tenebroso Euan Lowson. La ritmica gioca un ruolo importante ed è composta da Grame Murray al basso e da Derek Forman alla batteria.

In tutto il disco aleggia una aurea di maestosità e di oppressione mista a un velo di malinconia, quasi di drammaticità . “Shock Treatment” è un tuffo nel mondo misto fra quello dei Marillion e degli IQ, un incedere epico e potente che sfocia in un assolo di chitarra cutaneo. Più Prog nel termine “Cut And Run”, ritmica spezzata e cadenzata lascia spazio all’ingresso delle tastiere a rendere più greve il tutto. Sale l’epicità con “Rise And Fall”, peccato per quel suono di plastica che circonda la batteria e tutti gli anni ’80 (secondo il mio modo di ascoltare). Ma l’apice si raggiunge grazie ad “Atlantis”, dove il Mellotron avvolge con le coralità e la stupenda “Ark Of Infinity”, una canzone che mi riappacifica un poco con gli anni ’80.

Un disco che ancora oggi viene ricordato con nostalgia e aggiungo io, anche troppo poco, perché qui c’è l’essenza del New Prog ed il coraggio di non stravolgere la propria personalità. Infatti i Pallas hanno suonato ciò che piaceva loro ed hanno pagato a caro prezzo questa scelta, perché il mercato, specie in quegli anni, vuole la vendita facile. Perché altrimenti i Marillion avrebbero fatto “Kayleigh”? MS

Altre recensioni: The Cross and the Crucible; The Blinding Darkness; The Dreams of Men;
Moment to Moment

Interviste: 2001; 2003; 2005

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