Rock Impressions
Il Re del Gancio

Nihil Project - Paria NIHIL PROJECT - Paria
Selfproduced / UDU Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Avantgarde
Support: CD - 2003


Antonello Cresti è un artista poliedrico, important I suoi saggi musicali, che dimostrano una cultura veramente profonda (collabora saltuariamente anche col nostro sito), ma anche musicista, la sua prima formazione importante sono stati questi Nihil Project ed ero molto curioso di ascoltare questo loro primo disco. La band è stata attiva dal 2001 al 2006. Ovviamente l’amicizia che mi lega ad Antonello può influenzare quanto vado a scrivere pertanto spero siate comprensivi, non è mai facile parlare in termini obiettivi quando si conosce di persona l’autore. Nei Nihil Project ha militato anche il chitarrista Janex. Inoltre nel presente disco si trova il contributo di altri artisti, come Claudio Rocchi (Stormy Six) recentemente scomparso. Citarli tutti sarebbe davvero dispersivo.

I Nihil Project sono una formazione dall’indole fortemente sperimentale, formatasi nella scena della controcultura fiorentina. Hanno puntato molto sulla provocazione, la loro trasgressività ha sempre cercato di essere “intelligente” e realmente “fuori dagli schemi”. Il primo brano “La Realtà è la Mia Illusione” apre con un cantato arabo per poi andare su terreni elettronici, mentre fa capolino una chitarra decisamente heavy, un mix dai forti sapori. Le diverse culture si mescolano in questo contenitore con proclami che profetizzano un nuovo orizzonte per l’Europa. Non si può negare un certo fascino. “ASC (Altered State of Consciousness)”, i titoli sono già molto precisi nell’indicare la rotta perseguita. Suoni elettronici, giochi d’acqua, improvvisazione, spoken words, space rock ipnotico, un mix ancora sorprendente, ma anche capace di essere intuitivo e non poi così difficile da ascoltare come potrebbe sembrare. Non mancano le denunce al sistema, con attacchi che si dirigono verso i mass media, la religione organizzata, i vari centri di potere politico e non. Quando l’improvvisazione si fa più spinta può diventare difficile seguire le trame sonore di questi visionari musicisti, anche perché si superano i quattordici minuti. “Thelema” chiama in causa nientemeno che Aleister Crowley, di cui si può ascoltare una registrazione. Sempre all’insegna della provocazione il brano si apre con un organo dal sapore liturgico, poi il brano assume connotati etnico rituali. Ancora una volta le suggestioni sono forti e verso il finale direi spettrali. Il quarto brano ha un titolo irripetibile, si tratta ancora di folli trip mentali, con una struttura meno definita, compare anche un tributo a Demetrio Stratos.

“Electric Dawn” è durissima, con un’elettronica post moderna e decisamente industrial. Il finale è un crescendo metallico. In “Alienazione Metropolitana” addirittura si attacca la famiglia, credo estrapolando dei discorsi molto provocatori di Carmelo Bene, poi vengono citati anche i Beatles di Helter Skelter e altro ancora e tutto sembra diventare una turbolenta Torre di Babele. Ancora più inquietante “La Metafisica delle Vette”, dove ad un certo punto compaiono delle dissonanze a seguire qualche folle declamazione che ricorda alcune cose di Antonius Rex. “……” (Silence) continua sul registro dell’esortazione a cambiare il punto di osservazione delle cose. In un simile carosello di personaggi particolari non poteva mancare lo psicomago Jodorowsky, con estratti dal suo film La Montagna Sacra. Un brano sognante che chiude un disco sicuramente troppo difficile per il nostro pubblico nazionale.

Difficile fare una valutazione conclusiva di un disco così complesso, che contiene davvero tanti spunti per riflettere. Un opera concettuale dal fascino sinistro. GB

Sito Web

Libri di Antonello Cresti: Lucifer Over London; Come to the Sabbat




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