Rock Impressions
 

Antonello Cresti - Lucifer Over London
ANTONELLO CRESTI - LUCIFER OVER LONDON
Industrial, Folk Apocalittico e controculture radicali in Inghilterra
Edizioni Aerostella
2010


Raramente mi è capitato di imbattermi in un libro che mi ha colpito come questo lavoro di Antonello Cresti, sul folk apocalittico inglese. Inizialmente pensavo si trattasse della solita enciclopedia su questo genere musicale molto particolare, un’opera di cui si comincia a sentire la mancanza, invece con mia sorpresa ho scoperto che fra le mani avevo un lavoro molto più complesso e ricco. Cresti non si è limitato a trattare gli artisti principali di questa scena musicale, ma ha affrontato l’argomento a trecentosessanta gradi, facendo un’analisi sociale e culturale, che parte da personaggi vissuti addirittura nel 1500. Cresti ha definito il substrato culturale nei minimi dettagli e ha dato vita ad una ricerca appassionante sulla storia del pensiero liberal inglese, che avrebbe portato alcuni artisti ad intraprendere strade di grande libertà espressiva e di particolare profondità concettuale.

Ecco allora che viene analizzata la produzione musicale classica, con la citazione di alcuni compositori a me sconosciuti, poi vengono analizzati i lasciti intellettuali di vari personaggi fra cui spiccano senza dubbio esoteristi come John Dee (influente consigliere della regina Elisabetta I) e del temibile Aleister Crowley (che sembra abbia avuto relazioni con Churchill). E ancora troviamo l’influenza di correnti pittoriche come quella Preraffaelita. Si tratta di un’analisi preziosa e culturalmente molto ricca, che dà la possibilità al lettore di capire perché si è sviluppato un determinato pensiero e perché proprio nella compassata Inghilterra. Il libro di Cresti ci ha permesso di capire che niente è nato per caso, ma che la storia dell’arte non può essere svincolata dalla storia generale di un paese, dall’economia, alla sociologia, alla filosofia, tutto è connesso e correlato, sono tutti sistemi che influiscono gli uni sugli altri, una interdisciplinarietà che dovrebbe essere più diffusa fra chi si accinge a scrivere di qualsiasi argomento e che invece troppo spesso latita negli autori contemporanei, una mancanza che pesa sempre più gravemente sulla cultura odierna in generale.

Scendendo più nello specifico Cresti, dopo una veloce panoramica sui gruppi musicali di fine anni ’60, parte idealmente dall’esperienza creativa dei Throbbing Gristle, una delle band più trasgressive di sempre, considerati aq pieno titolo come gli inventori della musica Industrial. Capitanati da un personaggio ambiguo e a dir poco bizzarro, tale Genesis P-Orridge, considerato come uno dei massimi artisti concettuali viventi, i TG hanno sperimentato sonorità nuove e nuovi linguaggi espressivi, diventando uno dei gruppi più influenti per i decenni a venire. Sciolti i TG P-Orridge ha continuato sulla strada tracciata fondando gli Psychic TV, altra band veramente estrema e molto esoterica, sulla quale circolano alcune leggende maledette, estrema non tanto nei suoni, ma nella concezione artistica, che ha prodotto una serie infinita di lavori, tutti molto sperimentali. Tutti i generi musicali elettronici moderni come l’acid house, la techno e l’EBM nascono dagli esperimenti di questi artisti. L’analisi di Cresti prosegue con altre band fondamentali, coi Coil di Balance e Sleazy, per poi avvicinarsi a band più vicine al folk come i Current 93, i Death in June e i Sol Invictus, tutte formazioni il cui approfondimento è indispensabile per capire in profondità il genere trattato.

In chiusura del libro ci sono delle interessanti interviste a testimoni qualificati di quanto raccontato, la prima è a Steve Sylvester e verte, manco a dirlo, sul personaggio di Crowley. La seconda è a Luca Rimbotti sul tema delle ideologie politiche connesse alla musica e infine la terza è a Vittore Baroni, altra penna molto importante del giornalismo musicale italico e verte sul ruolo dei Throbbing Gristle. Come compendio finale ci sono delle discografie dettagliate, una sitografia, una filmografia e l’immancabile bibliografia, tutte curatissime.

Ho trovato davvero molti spunti di grande interesse in questo libro, che propone una ricostruzione meticolosa di questi movimenti musicali. Talvolta Cresti usa un linguaggio un po’ erudito, con citazioni che non sono sempre alla portata di tutti, ma sono piccole sfumature, che non minano la fruibilità complessiva del testo, anzi che possono essere un invito e uno stimolo per il lettore per fare ulteriri ricerche e approfondimenti. Devo però sottolineare che non ho sempre condiviso l’entusiasmo espresso da Cresti nei confronti di alcuni personaggi di cui l’autore ha raccontato solo gli aspetti positivi, tralasciando del tutto quelli più problematici, in un’analisi accurata come la sua sarebbe stato lecito aspettarsi un maggior approfondimento anche degli aspetti più spigolosi e nascosti, in altre parole meno reverenziale e più critico, ma questo non sminuisce il valore complessivo di quest’opera che fa cultura. GB

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