| Lili Refrain: artigiana, sciamana, sacerdotessa, visionaria, teatrante… 
            potrei fare una lunga lista di aggettivi per descrivere la sua arte, 
            tutti riduttivi e tutti comunque appropriati. L’ho vista dal 
            vivo di supporto agli Ataraxia e posso dire che ogni parola usata 
            in qualche modo rappresenta un aspetto della sua poliedricità. 
            L’apparenza è quella di una persona delicata, un elfo 
            dei boschi, in aperto contrasto col suo look poco rassicurante, che 
            fa pensare più ad una creatura notturna, ad una strega, e quando 
            Lili inforca la sua chitarra inizia un percorso accidentato e pieno 
            di insidie. Sorta di Diamanda Galas della sei corde si diverte a stupire 
            lo spettatore con giri vorticosi ed ipnotici, che lo catturano e lo 
            imprigionano.
 
 Questo suo terzo disco è uscito nel 2013, quindi risulta un 
            po’ datato, però rappresenta bene quello che la nostra 
            artista propone e ne rappresenta l’evoluzione, il suo linguaggio 
            musicale è più ricco e definito, anche se in linea col 
            passato. Possiamo parlare di musica psichedelica e di dark, quasi 
            tutti i brani hanno un’atmosfera oscura e avvolgente, ma la 
            cosa che colpisce è il modo personalissimo dell’artista 
            nel costruire i pezzi, usando la loop station riesce a creare delle 
            ambientazioni che non assomigliano a niente di già ascoltato, 
            o almeno non è facile fare accostamenti. Si tratta di musica 
            improvvisata, che permette una grande libertà espressiva, e 
            questo è il clima che si respira alle sue live performances.
 
 Lili è un’artista fuori dagli schemi, non facile perché 
            ascoltarla richiede lo sforzo di mettersi in gioco e di lasciarsi 
            guidare nel suo universo interiore. Chi accetterà il rischio 
            non resterà deluso. GB
 
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