Rock Impressions

Lili Refrain LILI REFRAIN - Lili Refrain
Selfproduced
Distribuzione italiana: -
Genere: Sperimentale
Support: CD - 2007
Lili Refrain


Difficile giudicare il lavoro di questa artista romana, non tanto perché mi manchino le parole, ma perché il disco di Lili è un’espressione di arte molto pura, che trascende i confini del mezzo espressivo che ha scelto per mettere a nudo il proprio io più nascosto. Lili è una one girl band che suona la sua chitarra improvvisando e canta in totale libertà sui riff che costruisce, che gioca con la tecnologia e usa sequencer e una loop station, così sovrappone strati di suoni e ci lavora fino a farli diventare brani musicali. Se mi è consentito un paragone, fin dal primo momento che l’ho vista all’opera, Lili mi è sembrata la versione femminile di Paolo Catena. Anche lei autodidatta e anche lei in costante ricerca di esprimersi senza vincoli stilistici.

Musica umorale, che lei definisce “ShippingHead”, che tradotto vorrebbe dire che fa musica sciamanica, musica per viaggiare con la mente, come se fossero dei mantra. Fin qui belle parole, ma com’è la musica di Lili Refrain veramente e soprattutto raggiunge uno scopo apprezzabile? Perché fare musica con questi presupposti spesso può voler dire dar vita a qualcosa di comprensibile solo per l’autore, qualcosa di poco comunicativo.
“No Now” apre con suoni oscuri, notturni, carichi di mistero e un cantato lancinante che ricorda certe cose di Diamanda Galas, le improvvisazioni sono costruite con gusto per la melodia, anche se sembra di essere in assenza di questa, ma così non è. In “Out Of The Blue Box” Lili dimostra di conoscere bene la chitarra e dà vita ad un arpeggio pieno di gusto e fantasia, la ripetizione con la loop machine fa diventare il tutto molto ipnotico e surreale. “Polyphylla Fullo On Rocking Chair” ricorda una cantilena, mentre il cantato straniante di Lili ritorna con il suo carico di desideri inconfessati. “Gribuille” è un arpeggio che mostra come la nostra sappia suonare la chitarra, il fatto che abbia scelto un mezzo espressivo totalmente libero non deve far pensare a suoni disarticolati, il linguaggio di Lili è si svincolato da generi musicali, ma risponde a delle precise regole interiori, che la nostra esprime con convinzione. “Terra” invece è molto selvaggia, fa pensare ad una danza pagana dove ci si libera di tabu e costrizioni e si lascia il corpo libero di esprimersi. “Bottoni Rossi…” è molto più pacata e riflessiva, quindi più anime convivono nell’universo interiore di Lili, ha l’unico difetto di essere un po’ lunga. “I.M.P.R.O.” apre con un momento di silenzio, che lascia un po’ sconcertati, Lili dimostra di avere un gran desiderio di esprimersi, allora perché questo silenzio? Poi attacca un altro riff carico di mistero come all’inizio del cd, Lili usa anche l’archetto di un violino e l’effetto è terrificante, un commiato che lascia a bocca aperta per lo stupore.

La musica di Lili Refrain non è riposante o tranquillizzante, piuttosto interroga, pone domande, penetra, apre porte su mondi inesplorati. Ascoltare questa artista è un’esperienza molto particolare, bisogna avere la mente libera da ogni forma di pregiudizio. Per me entrare in contatto col mondo sonoro di Lili è stato un privilegio. GB

Altre recensioni: Kawax

Bandcamp + MySpace


Indietro alla sezione L

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Art | Chi siamo | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |