Rock Impressions

Leverage - Blind Fire LEVERAGE - Blind Fire
Frontiers
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Pomp Metal
Support: CD - 2008

C’è metal e metal. Quello più classico, tende a volte in modo inevitabile all’autoreferenzialità, diventando sempre più difficile per i suoi fautori cimentarsi in qualcosa di veramente nuovo senza finire a scopiazzare i capiscuola. Così accade che diventino inevitabilmente i dettagli a fare la differenza. “Blind Fire” è un compendio di ciò che ha rappresentato il metal più virtuoso negli ultimi trent’anni, nel quale però si è riusciti a “miscelare” senza fare un minestrone puro e semplice. Impossibile, dunque, scandagliare quest’album in venti righe, si può provare a dare un saggio di qualche “dettaglio”.

Sin dal brano d’apertura (“Shadows In The Rain”) si ascolta un prog-power metal ispirato, che presta attenzione tanto all’aspetto tecnico che a quello della bontà del pezzo.
Su “King Of The Night” la band si diverte anche con inserti più rockeggianti, sia per l’ottima interpretazione canora che per gli inserti simil-hammond dei bridge. Le inquiete aperture della pomposa “Hellhorn” (gran pezzo), le appassionate melodie di “Sentenced” (che si avvicinano molto ad alcuni mood degli Ark di Tore Ostby). Il progressivo incalzare delle battaglie solistiche tastiera/chitarra di “Run Down To The Hill”, dove sembra di risentire il sommo Yngwie ed il connazionale Jens Johansson del periodo d’oro dei Rising Force. Si passa anche per l’hard rock del Malmsteen anni ottanta, quello dei ritornelli di “Heart Of Darkness”, in cui il singer sembra fare il verso ai coretti del mitico Goran Edman. Chiude il sipario ancora un brano ad hoc, e cioè “Learn To Live”, una sorta di maestoso inno nel quale la voce di Tuomas Heikkinen ha la possibilità di mettere in luce la sua innegabile capacità tecnica ed interpretativa.

Poi va a finire che quando si sente qualcosa di affine al power fatto col cuore si scomodano sempre i Rainbow del periodo Dio-Powell. Come dire che ogni buon chitarrista rock non potrebbe mai prescindere da Hendrix. C’è personalità, ricerca di un sound moderno, e buona preparazione tecnica. Già un classico? FR

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