| L’ex chitarrista dei Germinale, Salvo Lazzara, torna all’attenzione 
            del pubblico dopo due anni da “Materia E Memoria”, questa 
            volta con l’ausilio di Luca Pietropaoli alla tromba e del noto 
            percussionista in ambito Prog, Davide Guidoni (Daal).
 
 Con “Imperfetta Solitudine” giunge al quarto lavoro da 
            studio ed in esso c’è la naturale evoluzione della sua 
            musica che comunque segue un filone narrativo ben preciso. La Jazz 
            Fusion che da sempre ha caratterizzato il percorso post Germinale, 
            ossia Pensiero Nomade, qui diviene più personale, al limite 
            del cameristico e del suono minimale. La fusione di differenti esperienze 
            musicali, porta al suono della cultura acustica ed espressività 
            mediterranea. I punti di riferimento a cui Lazzara rivolge uno sguardo 
            provengono da artisti come Oregon, David Sylvian, Terye Rypdal e Steve 
            Tibbetts. La confezione cartonata custodisce questo cd suddiviso in 
            undici tracce, sotto la produzione stessa del chitarrista e di Luca 
            Pietropaoli.
 
 Carezzevole e meditativo è “Barcarola”, il brano 
            che apre il viaggio fatto di sensazioni e di immagini semplici ma 
            forti. Quasi un motivo cinematografico. In molte occasioni il pensiero 
            si rivolge agli anni ’70 e a qualche passaggio in stile Perigeo 
            od Agorà. Mi capita con “Cerchi D’Acqua”, 
            “Danza Notturna” e con il 70% dell’intero lavoro. 
            Malinconia riflessiva fra le note di “Calce E Carbone”, 
            con chitarra acustica e tromba. “Tournesol” invece percorre 
            un sentiero conosciuto da chi vive la musica mediterranea, una sorta 
            di World fra ritmi ed arpeggi. Da sottolineare la buona qualità 
            sonora delle registrazioni che va ad amplificare la bontà dei 
            suoni minimali proposti dal trio.
 
 Non esulano ricerche strutturali come nell’eco di “Prima 
            Dell’Estate”, un movimento fra Jazz e Psichedelia. E proprio 
            a proposito di mediterraneità, non poteva che venire incontro 
            un titolo come “Scirocco”. La title track è per 
            chi scrive uno dei momenti più importanti dell’opera, 
            le note della chitarra vengono quasi ragionate, o per meglio dire….ponderate, 
            un poco come usava fare Steve Hackett nei Genesis. Da ascoltare ad 
            occhi chiusi.
 Clarissa Botsford è la voce narrante in “Sensitive”, 
            composizione eterea e sperimentale che va fuori da ogni logica comportamentale 
            di una canzone per come la si intende generalmente. Chiude “Verso 
            Casa”, sofisticata ed impalpabile.
 
 Pensiero Nomade vaga nella nostra mente e nell’aria che ci circonda, 
            quando lo stereo sciolina le note delicate di questa musica rivolta 
            ad un pubblico non solo attento, ma anche competente. Discone! MS
 
 Altre recensioni: Pensiero Nomade
 
 |