C’è chi sostiene che il terzo disco per una band sia
quello della verità, ossia da qui in poi o sei o non sei. Non
so se questa teoria sia fondata su serie basi, tuttavia è a
mio avviso da verificare. Invece per chi giunge al terzo disco è
sicuramente un buon traguardo. I Piacentini tornano con “Amore
Di Vinile” dopo “Particelle” del 2011, sempre fieri
della propria personalità.
Il Progressive Italiano ha moltissime sfaccettature al proprio interno,
spesso vetrina e sfoggio delle proprie caratteristiche e soprattutto
della propria cultura musicale. Infatti numerosi sono gli innesti
e questi cambiano a seconda di chi ha assimilato gli eventi passati
con la propria personalità. Le idee.
Lagartija è a mio avviso presente, passato e futuro, il sound
al terzo disco è così definito, un mix di sonorità
che lasciano spazio alla melodia, supportata ancora una volta dalla
bella voce di Sara Aliani (anche basso). La formazione viene completata
da Michele Molinari (batteria, tromba, cori), Andrea Poggi (chitarra,
organo, voce), Marco Libè (chitarre), Cristian Piga (sax) e
Alessandro Austoni (chitarra).
“Amore Di Vinile” è un disco che si presenta in
una confezione cartonata semplice e con otto canzoni, ad iniziare
dalla title track. Brano con suoni pacati, Rock gentile e a tratti
psichedelico, ma non uno psichedelico colorato, bensì sbiadito…Tenue.
Ancora più introspettivo “Ferrovia”, tanto da chiedermi
se sono ammiratori dei Paatos. Musica che emoziona e fa chiudere gli
occhi per la concentrazione al suono, arricchito dall’ingresso
del sax.
“Ottobre” racconta storie di vita quotidiana, cresce con
l’incedere, ancora una volta per sfociare in un solo di sax.
L’autunno prosegue nel brano successivo dal titolo “E’
Già Da Un Po’ Che Cadono Le Foglie”, cantato da
Andrea Poggi.
Stiamo tuttavia parlando sempre di Rock, una evoluzione particolare
verso sonorità malinconiche e toccanti, come in “Fermo”,
dove il Prog nordico di casa Landberk fuoriesce in tutto il suo splendore.
“Psiche” non cambia di una virgola il percorso, invece
“Carnale”, cantata ancora una volta da Poggi, è
rilassante e soffice. Chiude l’album “Anomalie”
e il tempo sembra essere volato.
I Lagartija sembrano oramai avere trovato la loro dimensione, spregiudicatamente
delicata, priva di compromessi, dedita solamente all’anima.
Devo approfondire meglio la storia del terzo disco, potrebbe anche
avere una sua valenza. MS
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