Rock Impressions

Kaipa KAIPA - The Decca Years 1975-1978
Inside Out


Il ritrovato interesse generale nel prog, che abbiamo vissuto in questi anni, ha portato ad un ritrovato entusiasmo generale che ha coinvolto anche molte vecchie glorie, il tutto unito anche ad una certa facilità di mettere sul mercato i cd, che a livello di produzione non costano più come alcuni anni fa, ha ridato spazio a gruppi come i Kaipa, che, come molti di voi sapranno, erano il primo gruppo di Roine Stolt dei grandi Flower Kings.

Si celbrano i trent’anni di attività visto che il cd di debutto uscì nel ’75, quale occasione migliore per rimasterizzare i primi lavori ed uscire con un cofanetto deluxe per la gioia di vecchi e nuovi fans? L’opera esce in sole tremila copie e contiene i primi tre album: Kaipa (1975), Inget Nytt Under Solen (1976) e Solo (1978); il live inedito Kaipa Live con registrazioni dell’epoca e un quinto cd contenente materiale demo, indedito e curiosità intitolato 1974 Unedited Master Demo Recording. Una maratona che ci permette di approfondire l’evoluzione di una delle più importanti band svedesi di prog. A corredare il tutto c’è un booklet veramente molto curato di ben 56 pagine con molte foto e lunghi testi, veramente esaustivi. Per la cronaca i Kaipa daranno alle stampe altri due album Hander (1980) e Nattdjurstid (1982) per poi sparire fino alla rifondazione nel 2002 con la pubblicazione di Notes From the Past che è stato seguito dagli ottimi Keyholder (2003) e Mindrevolutions (2005).

Il primo cd omonimo è un piccolo gioiello prog con dei brani lunghi e ariosi debitori degli Yes, ma anche capaci di offrire soluzioni inedite grazie ad un mix di elementi folk svedesi e di solido prog rock, molto ben rappresentati in brani come “Skogspromenad”. Ma non mancano raffinatezze e momenti jazzati come in “Forlorad i Istanbul” a dimostrazione che il gruppo si muove con sapienza e grande agilità in territori molto diversi. Alla scaletta sono aggiunte due brevi bonus tracks di cui la prima è sperimentale e un po’ folle, mentre la seconda è una ballata dal sapore pastorale, che poi cambia a sorpresa in un giro folk dal sapore inatteso.

Il secondo album è già più pretenzioso e apre con un’ottima suite vagamente space rock, come del resto si può anche intuire dalla cover del disco con gli astronauti. I suoni si fanno più sognanti e dilatati e si sente che il gruppo è cresciuto, anche se forse è un po’ meno originale rispetto al debutto. Alle influenza già richiamate si aggiungono anche i Pink Floyd, ma il risultato complessivo è di grande eleganza stilistica, pur non mancando una certa forza espressiva. Al disco originale vengono aggiunte ben quattro bonus piuttosto piacevoli e interessanti, come la poetica “The Gate of Day” e sono le prime tracce dove la band abbandona l’ostica lingua nazionale per il più familiare inglese. Questo è il lavoro più bello e completo espresso in questo periodo dalla band.

La crescita del gruppo continua a farsi sentire anche con il fiabesco “Solo”, un disco che non aggiunge elementi nuovi al sound già molto intrigante dei Kaipa, ma che mostra un gruppo in continua ascesa, voglioso di continuare a tenere alta una tradizione, quella del prog, che proprio in quegli anni stava subendo un inesorabile declino. Nonostante questo però il disco è più leggero e debole del suo predecessore, la ricerca dei Kaipa si sposta sui suoni e sulla coesione interna al gruppo, il risultato è godibile, ma da loro ci si poteva aspettare anche una musica più robusta. Comunque il 1978 è stato un periodo terribile per il prog e questo disco è superiore a molti prodotti concorrenti e offre comunque vari spunti interessanti come nella bellissima “Respektera Min Varld”. Bella la copertina che ci introduce nell’universo fiabesco del gruppo.

Il live è molto ben registrato ed è un documento importante per conoscere più nel dettaglio le caratteristiche di questo gruppo, in particolare le prime sette tracce che erano state registrate in modo professionale. Le registrazioni quindi risalgono a periodi diversi e ci permettono di ascoltare più momenti della vita del gruppo.

La raccolta di demo e di inediti è il disco che più di tutti è destinato ai fans del gruppo, il materiale è interessante, ma non è paragonabile a quello proposto nei dischi precedenti, pertanto resta più una curiosità o un compendio utile per chi vuole approfondire nel dettaglio il sound del gruppo di Hans Lundin e Roine Stolt.

I Kaipa, come abbiamo già detto in apertura, sono tornati alla grande e stanno dando alle stampe degli ottimi lavori, in particolare gli ultimi due, per cui penso sia importante e piacevole fare un bel tuffo alle origini di questa band che ha saputo risorgere e riproporsi con tanta passione. Io da parte mia sono stato molto felice di avere avuto l’opportunità di raccontarvi le loro gesta. GB

Atre recensioni: Notes From the Past; Keyholder; Mindrevolutions;
Angling Feelings;
In the Wake of Evolution; Vittjar; Sattyg

Interviste: 2002; 2003; 2005

Artisti correlati: Flower Kings; Ritual


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