Rock Impressions

Ion - Madre, Protégenos ÍON - Madre, Protégenos
Equilibrium Music
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Ethereal
Support: CD - 2006

Credo che il nome di Duncan Patterson non sia sconosciuto ai nostri lettori, per chi non lo sapesse negli anni ’90 è stato una delle menti del gruppo Anathema, una band che ha lasciato un segno profondo nel panorama del metal alternativo. Poi ha fatto parte degli Antimatter, un gruppo di frontiera, che ha prodotto delle ottime pagine di musica atmosferica. Oggi ritroviamo l’irlandese Patterson alla guida di questo nuovo progetto, che forse è il più ambizioso dei tre, di certo segna un ulteriore progressione nella sua carriera artistica.

Madre, Protégenos è un disco intimista, ma al tempo stesso è carico di un’intensità inaudita, Patterson ci presenta il suo lato più spirituale e introverso e in questo disco sembra voler mettere a nudo questo suo lato. L’album si apre con un lento arpeggio, cupo e affascinante, rituale e solenne, mentre in sottofondo varie voci recitano il titolo del disco in lingue diverse e subito si viene avvolti dalla densa portata spirituale del brano, da brividi. “O Efeito do Verao” è retta da ritmi orientali, mentre le atmosfere sono sempre gravi e maestose, bellissima la voce della singer russa Emily Saaen che dona un tocco prezioso a tutto il disco. In “Learpholl” si respira aria di musica folk irlandese, un genere che è denso di malinconia e in questo contesto aggiunge ulteriore profondità e coinvolgimento. “Anathema Maranatha” ricorda da dove il nostro è partito ed è un ottimo anello di congiunzione col passato. “Believe” è forse il brano che mi ha emozionato di più, le atmosfere cambiano repentinamente, sembra quasi un brano prog come concezione, ma al di la di ogni etichetta è musica che ti entra nel cuore fin dal primo ascolto, mi spiace solo che nel promo non c’è il testo. Le sonorità orientali tornano nella delicata e rituale “Ultreia”, dove i sapori speziati si mescolano con profumi d’incenso. “Goodbye Johnny Dear” è un tradizionale irlandese struggente come certi orizzonti e forte come l’amore, l’interpretazione è ancora una volta stupenda e mi sono veramente commosso. Non da meno è la strumentale “Fé, Esperanza, Amor”, che parte sempre da un giro dal sapore celtico e pian piano cresce di intensità. Chiude degnamente “Beyond the Morning” questo album eccezionale, ancora una volta, grazie Duncan! GB

Altre recensioni: Immaculada

Intervista: 2007

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