Rock Impressions
 

INTERVISTA AGLI ION con Duncan Patterson (versione inglese)
di Giancarlo Bolther

“Madre, Protegenos” è il tuo nuovo album sotto il nuovo nome Íon, cosa mi puoi raccontare di questo nuovo progetto?
Si tratta di un’idea che mi è venuta quando ho realizzato che il progetto Antimatter era finito. Avevo della musica pronta scritta in vari momenti, ma che non era adatta per essere usata con gli Antimatter.

Qual’è la differenza principale fra il tuo nuovo progetto e quello che hai fatto in passato?
Ho provato degli strumenti diversi e in tutto l’insieme c’è un messaggio molto più positivo. In passato ho scritto principalmente di dispiaceri e ho cercato di convogliare nella musica tutte le mie energie negative. Ora non voglio più saperne di negatività.

Mi sembra che nel nuovo album tu ti sia messo a nudo e che ti sia presentato al pubblico in modo più intimo…
Non sono pienamente d’accordo con questa affermazione, io ho sempre scritto delle canzoni che parlano del mio vero vissuto. Con questo nuovo album ho voluto scrivere di cose che non sono legate solo a me stesso, in questo disco ci sono messaggi che valgono per tutti.

"Madre, Protégenos" è ricco di spiritualità, ma come vivi questi aspetti nella tua vita privata?
Leggo molti testi che parlano di spiritualità e di guarigione, cerco di poter mettermi in meditazione tutte le volte che posso. Negli ultimi anni ho lavorato molto su me stesso e questo mi ha spinto verso il mondo del bene. Mi sono esercitato nell’auto-disciplina non solo in quello che dico, ma anche in quello che penso, in particolare nell’uso di determinate parole. Ho lavorato per rimuovere gli aspetti negativi presenti nella mia vita e da quando ho iniziato questo tutte le persone negative hanno iniziato a sparire. Da allora ho incontrato molte persone che stavano facendo il mio stesso cammino verso il bene, non credo si sia trattato solo di una coincidenza.

In effetti ho l’impressione che l’interesse per la spiritualità stia crescendo, lo avverti anche tu?
Si, sembra proprio che sia così. Sembra che ci sia un risveglio collettivo, io spero davvero che sia così. Ma, come ogni cosa che diventa comune e popolare, ci saranno sempre persone che anche in questo cercheranno di approfittarne per fini egoistici. Che lo faranno solo per soddisfare il proprio ego, o per ricavarne dei soldi. Vedo oggigiorno molte pubblicità di guaritori, che propongono tecniche Reiki e cose del genere e molti di questi chiedono un sacco di denaro per i trattamenti. Mentre le persone potrebbero evitarlo se si parlassero a vicenda. Il passaparola è sempre la pubblicità migliore, specialmente quando viene da persone di cui ti fidi.

La canzone “Anathema Maranatha” è un richiamo al tuo passato?
Questo brano parla di alcuni cose che mi sono successe qualche estate fa. Ha a che fare col discorso che ti ho fatto prima sull’allontanamento delle persone negative dalla mia vita. Non ha niente a che vedere con il mio primo gruppo. Siccome il brano è in greco, aveva il titolo greco “Tria”, perché doveva essere il terzo brano dell’album. Poi però ho deciso di spostarlo al quarto posto, così mi serviva un titolo diverso. Mi è venuto in mente “Anathema Maranatha”, che è migliore di quello originale.

"Believe" è il mio brano preferito, vi ho trovato un’attitudine prog, ma mi piace per la sua intensità. Mi puoi dire qualcosa di più di questa canzone?
Parla dell’auto istruzione e dell’andare alla ricerca di altre persone. Bisogna credere che si può migliorare, anche quando sembra che non ci sia più speranza, che è uno dei nostri maggiori problemi.

Íon è un nome celtico, cosa significa?
È la parola gaelica per dire “puro”. L’avevo trovato su una bottiglia di vodka e chiesi a degli amici che parlavano il gaelico quale fosse il suo significato. Penso che sia perfetto per il mio progetto.

Qual’è esattamente il messaggio che vuoi lanciare con questo album?
L’idea base è di portare qualcosa di positivo con l’insieme, anche se buona parte della musica ha un sound decisamente dark. È una riflessione su quanto sto facendo nella mia vita, sull’auto-miglioramento, sulla speranza, sulla ricerca reciproca fra persone.

Come stanno andando i responsi?
Fino ad ora i feedback sono stati positivi. Molta gente ha capito quello che sto cercando di fare e molte persone si sono potute identificare in questo perché sono ad un livello simile al mio nella loro vita.

Con gli Anathema e gli Antimatter hai realizzato della musica molto interessante e innovativa. Che tipo di musica stai cercando di proporre con questo nuovo progetto?
Tu hai il disco, quindi penso che sia ovvio il tipo di musica che sto proponendo (ndr. La mia domanda era per i lettori che non hanno ancora ascoltato il disco… va beh).

In questo disco hai collaborato con molti artisti interessanti, mi puoi dire come sono nate queste collaborazioni?
Alcune persone le ho contattate io per chiedere loro di suonare sull’album, altri sono stati loro a contattarmi, ognuno ha fatto la sua parte piccola o grande che sia stata. Si è trattato di un album minimale, anche se la lista degli ospiti è piuttosto lunga, per cui non ci sono molte parti strumentali da ascoltare. La maggior parte di queste le ho suonate io stesso, ma è stato molto bello avere degli input da tutte le persone che hanno contribuito al disco.

Qual’è quello che ti ha colpito di più?
Devo dire che il collega che si è impegnato più duramente è stata Emily Saaen, la principale vocalist sull’album. Anche durante una malattia molto seria ha continuato a lavorare al canto e questo mi ha permesso di rispettare le scadenze. È arrivata da me al momento giusto e non potrò mai ringraziarla abbastanza per tutto quello che ha fatto. Al tempo stesso è una cantante straordinaria e veramente molto professionale.

Potendo, quali sono i musicisti con cui ti piacerebbe lavorare e perché?
Prima o poi mi piacerebbe molto lavorare con un’orchestra, o con un gruppo che non sia troppo legato a delle regole. Poi sarebbe veramente splendido poter collaborare con i Chieftains, i maestri indiscussi della musica tradizionale irlandese (ndr. Sarebbe davvero fantastico!).

Suonerai dal vivo dopo questo cd? Cosa proporrai al tuo pubblico?
Si, proprio in questi giorni sto cercando di organizzare varie date live. Ho già pronto un gruppo di musicisti per poter fare dei concerti. Penso che ci prepareremo per suonare tutto l’album dal vivo con l’aggiunta di altri brani che non sono sul disco.

Facciamo un salto indietro, cos’era successo quando rompesti con gli Anathema?
Sono ormai una decina d’anni che è successo e sono tornato su questo argomento migliaia di volte. Non ero felice con quel gruppo e ho cercato di partire con qualcosa di diverso, che poi sono stati gli Antimatter.

E degli Antimatter (un altro progetto interessante), cosa mi puoi dire?
Sono orgoglioso di quanto io e Mick abbiamo fatto con gli Antimatter. Il modo in cui siamo riusciti a lavorare nonostante tutta la merda e le stronzate dell’industria musicale. Saviour e Lights Out sono veramente due ottimi albums e sono destinati a durare a lungo.

C’è qualcosa che ti piacerebbe cambiare del tuo passato se fosse possibile?
Vorrei aver fatto il giocatore di calcio invece di essere un musicista.

Quanto ti senti culturalmente legato alla tua terra natia?
Io vengo dalla zona nord di Liverpool e non sono molto sicuro di quale sia esattamente l’identità culturare di questo posto. Oggigiorno le caratteristiche principali di questo posto sono la pessima cocaina, le lotte nei pubs, il rasarsi la testa e vestire gli stessi vestiti che hanno tutti gli altri. Non mi sento davvero parte di tutto questo. Ho vissuto in Irlanda per sei anni, la terra di origine dei miei genitori, e quello è un posto dove mi sento molto più a mio agio.
Dublino assomiglia alla mia città ideale, nonostante anche li siano presenti alcuni dei problemi come quelli che ti ho detto prima parlando di Liverpool. Ma per me è un posto magico. Nutro un profondo interesse per la storia irlandese e per la musica tradizionale irlandese, penso sia una cosa naturale, in fondo è parte del mio sangue.

Molti artisti legati alla musica celtica si occupano di Paganesimo, tu cosa ne pensi?
È stato un soggetto di lettura molto interessante per me e molte usanze e festivals sono ancora presenti al giorno d’oggi, nonostante siano stati sostituiti e perfino rigettati dalla religione organizzata. Penso che ci possa aiutare ad essere più vicini alla natura e molti principi legati alla guarigione sono basati su credenze e rituali di origina pagana.

Qual è la soddisfazione più grande che hai ricevuto nella tua carriera musicale?
Penso che l’esperienza più bella siano stati i concerti che abbiamo fatto con gli Antimatter in Grecia e Turchia. Il pubblico cantava tutte le nostre canzoni, specialmente in Turchia. È stato molto bello sapere che ci conoscevano e che erano venuti semplicemente per la nostra musica. Siamo tornati in Turchia in Dicembre con Vincent degli Anathema. Abbiamo fatto due concerti acustici, che sono stati entrambe sold out. Anche questa è stata un’esperienza magica.

Quali sono stati, invece, i momenti più bui?
Quando ho realizzato che ero circondato da uno stuolo di parassiti ai quali la mia musica non interessava per niente. Alcune persone che consideravo amici si sono rivelati essere degli avvoltoi, che aspettavano solo di sapere quanti soldi avrebbero potuto fare grazie a me. Ho reciso tutti i rapporti con queste persone e non voglio più fare lo stesso errore. Tuttavia è stata una situazione veramente triste.

Che musica ti piace ascoltare, quali sono i tuoi gruppi preferiti di oggi e di ieri?
Ascolto tutti i tipi di musica. Generalmente preferisco ascoltare la musica che mi rilassa, tipo Lisa Gerrard, Pink Floyd, roba Ambient, musica tradizionale irlandese. Ma mi piacciono anche gruppi come i Fugazi e molto punk e hard core. Gli artisti che più di tutti mi hanno influenzato sono stati sicuramente Roger Waters e i Celtic Frost.

Come sei entrato in contatto con la Equilibrium e come ti sei trovato a lavorare con loro?
Mentre stavo lavorando ai demo per Madre, Protegenos, stavo valutando a quale etichetta potevo offrire il disco. Quelli della Equilibrium sono i primi che mi sono venuti in mente, così non ho offerto il disco a nessun altro. Penso che si collochi alla perfezione con la loro linea discografica. Fino ad ora sta andando tutto bene, stiamo lavorando insieme alla promozione dell’album. A propostito del fatto che sia una “piccola” label, questa è una cosa che non mi preoccupa assolutamente. La cosa importante per me è di avere comprensione e di poter lavorare insieme. Abbiamo una stessa idea etica sul modo di lavorare e uguali opinioni su come affrontare i problemi. So per certo che la stessa cosa non avviene con le Major, o con quelle che vorrebbero essere delle Major. Non voglio più finire nelle mani di uomini d’affari con la mia musica, gente che pretende di decidere cosa può andare sul mercato e cosa no. Io non ho più niente a che spartire con queste cose.

Ci puoi fare qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri? Poi se vuoi concludere con un saluto…
Penso che inizierò a lavorare ancora quest’anno ad un nuovo album. Ho già un paio di canzoni pronte, ma non ho ancora un idea di quando entrerò in studio.
Grazie per questa intervista molto accurata e ben preparata.
Che la fortuna sia con te!

GB

Recensioni:
Madre, Protegenos

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