Rock Impressions

Hartmann - Balance HARTMANN - Balance
Avenue of Allies
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: AOR
Support: CD - 2012
Voto: 80/100


Il nome del cantante tedesco Oliver Hartman cominciò a circolare insieme agli At Vance coi quali debuttò nel 1999, per poi essere chiamato come ospite in progetti di Avantasia, Empty Tremor, Edguy, Freedom Call, Aina, Iron Mask, Rhapsody ed altri ancora. A partire dal 2005 Oliver si è cimentato nelle vesti soliste con ottimi risultati ed oggi taglia il traguardo del quarto studio album (oltre al live acustico "Handmade: Live In Concert" del 2008) con rimarchevoli risultati grazie ad una produzione - courtesy of Mr Sascha Paeth - eccellente, dei musicisti adattissimi ad interpretare le partiture assegnate, un songwriting e un'interpretazione che riscattano il mezzo passo falso di "3" del 2009.

Il cd parte col riff agile e svelto della contagiosa "All My Life" e la sua brillantezza fa perdonare la meno efficace "Like A River, più contenuta e venata da sonorità derivate dal modern rock, dove la voce di Oliver innalza il livello qualitativo altrimenti qui più modesto. Sulla sua falsariga stilistica si muove la scalpitante "You Are The One" che, però, è dotata di maggiore incisività ed energia, mentre in "Fool For You" l'hard rock melodico torna a spadroneggiare e lo fa sfoggiando un refrain catchy alla Night Ranger, ma è la canzone nel suo insieme a piacere con quel suo piglio alla Whitesnake.

"After The Love Is Gone" è un mid tempo sorretto da tappeti di tastiere e dotato di un emozionante crescendo che sfocia nel meritato ritornello dal grande potenziale commerciale, muovendosi a proprio agio nel tradizionale campo AOR/Hard Rock di classe, mentre la più vivace "Save Me" si appropria di sonorità più modern rock e, nonostante la prova dei musicisti e di Oliver, non è riuscita a prendermi a dispetto di un urgente refrain. Analogo discorso vale per la più umorale "Fall From Grace", sulla quale pare sentire cantare David Coverdale (o Jorn, fate voi), e l'atmosfera continua ad attenuarsi col malinconico lento "From A Star" che trasmette un senso di maturità e di controllo sulle melodie come pochi sanno fare.

Non so se è stato voluto o meno, ma il riff della strofa di "Dance On A Wire" non può non richiamare quello di "Sweet Home Alabama" (Lynyrd Skynyrd) e comunque non ci troviamo dinanzi ad una cover, ma ad un piacevole mid-tempo che funge benissimo da 'riempi-cd'. A mio parere Hartmann poteva risparmiarci la pressochè inutile cover di "Shout" dei Tears For Fears, per cui saltate subito alla semi-ballad "Time To Face The Truth", che emana emozioni ad ogni nota ed effluvi alla Whitesnake, ed alla conclusiva "The Best Is Yet To Come", pacato quanto intenso commiato da un disco i cui pregi superano di gran lunga i difetti (chiamiamoli così, se vogliamo).

Mi piace pensare che intelligentemente Hartmann ci stia preparando ad una graduale evoluzione della sua proposta artistica per affrontare le sfide di non doversi ripertere e stancare così i fans. Complimenti per l'azzeccata scelta della scaletta, per i suoni puliti e potenti, per l'ottima prestazione vocale. ABe


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