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            seconda ristampa del primo album pubblicato nel 1995 con l'aggiunta 
            di tre bonus tracks è la prova migliore del successo riscosso 
            da questa formazione irlandese. Da allora la band è molto cambiata, 
            non c'era ancora la suadente Karen Gilligan e le vocals erano esclusivamente 
            ad opera di Keith O'Fathaigh, che si esibiva in uno screaming cattivissimo, 
            non c'erano nemmeno l'attuale leader Keith Fay e gli altri del gruppo, 
            infatti nel nuovo album Pagan O'Fathaigh è l'unico rimasto, 
            ma compare solo come ospite. Ed in effetti il sound del gruppo era 
            ben diverso, molto più black metal, anche se le influenze celtiche 
            erano già abbondantemente evidenti.
 Per chi ha iniziato ad amare questa band con gli ultimi lavori come 
            Folk-Lore o con il secondo album The Middle Kingdom questo primo episodio 
            può lasciare un po' sconcertati, l'approccio estremo al folk 
            irlandese non aveva ancora raggiunto quella magia e quella perfezione 
            riscontrabili nei lavori più maturi. Eppure questo è 
            un disco selvaggio e potente, possiede una grande forza primordiale 
            capace di conquistare i cuori più arditi.
 
 La strumentale "I Am Tuan" funge da intro e ci cala subito 
            in un clima popolato di creature fantastiche con i soi flauti altamente 
            evocativi. Poi irrompe "The First Battle of Moytura" e il 
            metallo rovente inizia a scorrere impietoso e gli accenni folk sono 
            ridotti al minimo. "Maeves March" ci riporta indietro nel 
            tempo con le sue melodie cariche di malinconia, è la prima 
            traccia che ci presenta le vere potenzialità del gruppo. La 
            Tolkeniana "Fall of Gondolin" (ripresa sul nuovo Pagan) 
            e "Cuchulainn" sono altri esempi di grande folk metal. Questa 
            alternanza si ripete proponendo ora momenti più intensi, ora 
            aperture più celtiche come nella splendida "Brian Boru".
 
 Gli ultimi tre brani risalgono ad un demo del '97, la voce ora è 
            affidata alla singer Aisling Hanrahan e i brani si avvicinano di più 
            al repertorio più recente. Un'ottima occasione per approfondire 
            la conoscenza di questa grande band. GB
 
 Altre recensioni: Folk-Lore; Pagan; 
            The Morrigans' Call
 
 Interviste : 2002; 2004
 
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