Rock Impressions

Alice Cooper - Along Came A Spider
ALICE COOPER - Along Came A Spider
SPV
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Horror Rock
Support: CD - 2008

L’istrione più sguaiato dell’hard rock è tornato col suo teatro horror, negli ultimi anni ha ritrovato l’energia dei tempi di Welcome To My Nightmare e questo album ne è la nuova conferma, una creatività che si alimenta della tradizione, ma che ha un occhio anche al presente. L’Alice del passato e quello moderno si fondono e il prodotto è un inimitabile horror rock pieno di tensione e di energia.

Ecco allora che il riff di chitarra che apre “I Know Where You Live” sembra uscire da Love It To Death, ma poi il cantato e una serie di effetti teatrali rendono il pezzo al tempo stesso molto moderno, Alice è in forma splendida! Ancora meglio è l’assalto della veemente “Vengeance Is Mine”, che unisce suoni acidi e graffianti a linee melodiche ficcanti in un matrimonio impossibile ad altri, ma non per lui, superlativo il lavoro di chitarra. Ma il nostro si lancia anche in territori più sperimentali come in “Wake the Dead”, retta da un ritmo tribale e da suoni disturbanti, ai limiti dello shoegazer. Con “Catch Me If You Can” si rifà al punk ‘n’ roll, sempre con atmosfere molto tenebrose. Del resto questo disco è un concept nato come se fosse la colonna sonora di un film, la cui storia parla di un assassino che cattura le sue vittime come un ragno, allo stesso modo Alice cattura l’ascoltatore nelle spire della sua musica che ha come un effetto ipnotico, ci sono ritornelli molto penetranti come nell’indecente “(In Touch With) Your Feminine Side”, Alice sa ancora provocare, poi c’è l’hard rock velenoso del nostro che emerge sempre con prepotenza come nella diretta “Wrapped in Silk”. Ma Cooper è sempre stato capace anche di grandi ballate, ecco allora arrivare l’incantevole “Killed By Love”, dedicata a tutti gli innamorati. L’energia torna a scorrere con la triviale “I’m Hungry”, sembra incredibile ascoltare oggi un brano come questo, con la sua carica di trasgressione, così classica e tuttavia così attuale, sulla stessa scia “The One That Got Away”, anche se molto più prevedibile. Altra zampata di grande classe è “Salvation”, una ballad elettrica da brividi. Tutta la forza maligna del concept si svela in tutta la sua crudezza nella conclusiva “I’m the Spider”, apice e ottima conclusione di un disco che piacerà da morire ai fans di Alice, ma che può conquistarne anche di nuovi.

Ve lo ricordate il Love Metal di formazioni come gli HIM e gli Entwine? Cooper è il loro progenitore e in questo disco non solo lo dimostra pienamente, ma da anche una prova di grande classe, quella che manca purtroppo a tante formazioni che sono venute dopo di lui e che ancora in qualche modo cercano di imitarlo. Alice regna ancora sovrano sull’horror rock! GB

Altre recensioni: Dragontown;
The Eyes of Alice Cooper

Articolo

Live reportage

Sito Web


Indietro alla sezione C

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | MySpace | Born Again |