Rock Impressions

Brother Ape - III BROTHER APE - III
Progress Records
Distribuzione italiana: ?
Genere: Prog
Support: CD - 2008

Fratello scimmia, un nome per una band che potrebbe dire molte cose, amore per il passato, volontà di riportare in auge certe sonorità, oppure sentirsi superiori e considerare gli altri molto al di sotto del livello evolutivo sonoro. Non resta a noi decifrare questa cosa, in realtà all’ascolto di “III” , loro terzo album da studio, viene in mente un pout pourrie di tutte queste cose. Provenienti da Stoccolma, i Brother Ape ci deliziano con brani non troppo lunghi (tutti sulla media dei 6/7 minuti) e ricchi di sonorità interessanti. Ci sono i Wather Report o i Brand X di Phil Collins, ma anche Yes, Zappa, Rush, insomma dall’Hard Rock al Jazz, passando con disinvoltura attraverso il Progressive Rock più classico. Generalmente un mix del genere porta all’ascolto molto impegnato, per questo gli estimatori del genere si sentono in paradiso, immersi fra queste note, allo stesso tempo “III” non è un disco che avvicina colui che di Prog non conosce neppure l’esistenza. I Brother Ape sono un trio, ma attenzione, nulla a che vedere con EL&P o Quatermass. Esso è composto da Max Bergman alla batteria, Stefan Damicolas alla chitarra e voce e da Gunnar Maxènalle tastiere e basso.

“Universal Eye” apre il disco e si lascia subito godere, in bilico fra modernità e passato. Le linee vocali sono delicate, espresse su un basso importante che fa da fil rouge al contesto. Che i Brother Ape non siano la classica e scontata band Prog lo si intuisce subito, legati all’importanza dell’essere e non dell’apparire, dediti totalmente ad un suono del tutto personale e poco propensi a compromessi di sorta. Bellissimo il frangente strumentale centrale di “Cosmic Overdose”, dove si dimostra tutta la potenza che questa band svedese sa elargire. Un potenziale sonoro ben espresso anche nella successiva “Monday Breakfast” ed suoni delicati quasi stile Perigeo, si alternano con fughe più marcate che molto mi ricordano gli americani Echolyn. “No Answer” si apre con un sitar che lascia spazio quasi immediatamente ad un suono Hard Rock molto simile a quello dei Rush, otto minuti di musica roboante che racchiude all’ascolto tutta la nostra mente e ci rapisce. Le linee vocali restano sempre molto melodiche. “Another Day Of Wonder” è uno dei momenti più orecchiabili del disco, delicato e da cantare assieme a Damicolas. In certi versi i Brother Ape solo apparentemente sembrano cavalcare sonorità nuove, in realtà molto prima di loro sono passati i più “metallici” Mastermind, comunque sia, a parte queste considerazioni, gli svedesi hanno sfornato un disco di assoluto interesse.

Non si grida ne al miracolo ne al capolavoro, di certo il trio apre una finestra nel mondo del Progressive Rock, portando una ventata d’aria nuova. Sta a noi capire se è ora di dare una rinfrescata o se restare ancora un poco in quest’aria consumata. Comunque vada, complimenti fratello scimmia, ma sei tu o noi che ci dobbiamo evolvere? MS

Altre recensioni: Shangri-La; Turbolence; A Rare Moment of Insight; Force Majeure


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