Rock Impressions

Beehoover - Concrete Catalyst BEEHOOVER - Concrete Catalyst
Exile on Mainstream
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog Doom
Support: CD - 2010


Il terzo disco da sempre è considerato come il banco di prova di un progetto, il disco di un’acquisita maturità artistica, certo non credo che molti avrebbero scommesso su questo duo tedesco di rock alternativo , invece eccoli col seguito degli ottimi due album precedenti. Non c’è molto da dire sulla loro biografia, rispetto a quanto già detto nelle precedenti recensioni, piuttosto mi piace sottolineare l’artwork che è al tempo stesso oscuro e ricercato, una bella illustrazione di Malte Seidel, che raffigura degli elementi architettonici gotici.

Il disco parte con “Oceandriver”, che presenta un giro di batteria abbastanza buono di Claus, poi entra il riff del basso devastante di Ingmar e l’atmosfera diventa subito rovente, un heavy psichedelico ad altissima intensità, ritroviamo elementi prog e doom/stoner, ma su tutto c’è il senso drammatico di questi due musicisti sorprendenti e si sente che i due sono sempre più convinti del loro progetto. “Five Minutes of Resistance” è una cavalcata selvaggia, l’elemento primitivo della musica di questo duo è da subito quello che mi ha impressionato di più e mi piace sempre ritrovarlo, quanta energia! Potenza che torna anche nell’altalenante “Sultana”, che offre anche delle parti più tranquille, ma sostanzialmente è una macchina da guerra molto ben oliata. Nella prima parte di “Rocking Chair” Petersen usa il basso come se fosse una chitarra acustica e ci offre una ballata molto nostalgica ed evocativa, in questa parte la batteria è assente, poi entra la seconda sezione elettrica, rimane l’atmosfera malinconica nel cantato, col tipico incedere heavy doom psichedelico, sempre di grande impatto. “A Poem” scorre con la solita irruenza, senza aggiungere nulla. Particolare “Wild Geese Yell”, che presenta in sottofondo i suoni di un temporale, sui quali si distende un arpeggio acustico delicato alquanto malinconico, poi entra senza soluzione di continuità “The Dragonfighter” con una scarica di sofferta lentezza meditativa, che sottolinea lo spessore di questi musicisti. “Counted is Bygone” è quasi un rock ‘n’ roll grezzissimo, divertente e trascinante, ottimo il finale. Chiude “Trainer” che è più sperimentale con un buon crescendo.

I Beehoover hanno superato brillantemente la prova del terzo disco e si confermano come una delle realtà più particolari ed interessanti della scena alternativa. GB

Altre recensioni: Heavy Zooo; Concrete Catalyst




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