Rock Impressions

Beehoover - Heavy Zooo BEEHOOVER - Heavy Zooo
Exile on Mainstream
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Prog Doom
Support: CD - 2008


Il coraggioso duo basso-batteria che risponde al nome di Beehoover, composto da Ingmar Petersen e Peter Hamisch (anche sezione ritmica dei Voodooshock), torna con un secondo devastante album di sulfureo doom, riarso stoner e stralunato heavy prog psichedelico. Già la scelta di proporre brani retti solo da basso e batteria è a dir poco sorprendente, ma ottenere dei risultati apprezzabili con questa premessa ha dell’incredibile. Ma i riscontri di pubblico sono buoni e i nostri hanno alle spalle dei tour di supporto a Stinking Lizaveta e soprattutto a The Hidden Hand, oltre alla partecipazione al prossimo Roadburn Festival. Del resto arrivare ad un secondo album nel giro di poco più di un anno, per un progetto come questo, è già un gran bel risultato.

I suoni sono molto ruvidi, ai limiti del Lo-Fi, scelta voluta e maturata, ma ovviamente la dose tecnica e passionale deve essere molto alta per reggere la durata di un intero album, cosa che ai Beehoover riesce particolarmente bene. Ovviamente non si tratta di musica per grandi platee, ma la forza dirompente impressa da questi due musicisti non può lasciare indifferenti.

Le dieci tracks contenute in questo Heavy Zooo proseguono il percorso tracciato dall’album precedente, ma il disco è in netta crescita rispetto all’esordio, se prima il tutto era molto sperimentale e sapeva di “proviamo a vedere cosa succede…” ora il tutto funziona a meraviglia e i nostri credono molto di più in quello che fanno e si sente. Si parte col riffing durissimo di “Solitude in Bloom”, il drumming è selvaggio, ma preciso, il basso è semplicemente devastante e crea un potente wall of sound, il cantato è acido e crea un contrasto timbrico molto interessante, quasi zappiano, poi verso il finale spuntano come d’incanto influenze sabbatiane a chiudere alla grande il pezzo. Senza soluzione di continuità parte la title track, che è un’altra bella iniezione di energia primordiale, dove viene mostrato il lato più progressive del gruppo, le ritmiche sono particolarmente articolate e solo l’asprezza dei suoni ci ricorda che siamo in territori molto duri. Queste sono le coordinate su cui si muove tutto l’album, che comunque è molto vario e tiene vivo l’ascolto per tutta la durata senza particolari cali di ispirazione.

Se il debutto di questi musicisti mi aveva colpito, questo mi ha conquistato, Heavy Zooo è un gran disco, da ascoltare e riascoltare quando si ha voglia di una sana scarica di energia. GB

Altre recensioni: The Sun Behind the Dustbin; Concrete Catalyst


Indietro alla sezione B

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Art | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |