Rock Impressions
 

INTERVISTA AGLI ARENA (versione inglese)
di Massimo Salari

Abbiamo avvicinato una delle più grandi realtà New Progressive inglesi del momento e siamo stati capaci di strapparne numerose curiosità e sorprese!
Tanta carne al fuoco per gli Arena.
Rispondono John Mitchell (chitarrista) e Clive Nolan (tastierista).

Ciao Ragazzi, “Live & Life” è il vostro nuovo doppio album dal vivo, sembra che amiate molto produrre dischi live, come mai?
Clive: Ciao, devi sapere che abbiamo raccolto moltissimo materiale durante il nostro ultimo tour e questo oltre che essere un’ ottima testimonianza di quello che è stato il Contagion tour è anche un ringraziamento ai nostri Fans!

Quindi suppongo che questo sia valido anche per il dvd “Caught In The Act “ …
John: Esatto, in esso potrete guardare il meglio di Contagion seguito anche da una selezione dei nostri migliori pezzi di sempre. Inoltre poterete vedere anche un intervista fatta a Clive ed a Mick Pointer (batterista), la nostra biografia, la discografia, photo gallery, immagini per desktop ed altro.

Il fatto che avete trovato stabilità nel gruppo migliora il rendimento, “Contagion”, “Contagious” e “Contagium” sono lavori molto completi, ma dobbiamo attenderci novità in ambito di line –up o possiamo restare tranquilli?
Clive: Possiamo soltanto sperare (risate…nda)

Clive, personalmente ritengo “Mea Culpa” uno dei tuoi pezzi più belli di sempre, veramente toccante e colmo di fascino, come lo hai concepito?
Clive: Questa canzone è scaturita durante il periodo della malattia di mio padre…. un momento in cui mi sono sentito frustrato ed isolato!

Rob Sowden sembra aver rotto il ghiaccio del debutto con un grande gruppo, ora sembra più sicuro dei suoi mezzi, potrà mai in futuro scrivere qualche canzone anche lui o si accontenta solo di interpretarle?
John: Attualmente i brani sono concepiti da Clive, Mick e me, sembra che questo connubio funzioni bene. Rob non ha interesse reale di entrare nel processo compositivo degli Arena ed anche noi non desideriamo rompere questo sound che si è creato facendo partecipare troppa gente.

La scaletta di “Live & Life” è veramente ottima, avete scelto alcuni dei brani più belli di sempre, come è nata?
John: E’ stato veramente semplice realizzara, praticamente è la setlist del tour “Contagion” con la giunta di brani scelti dai nostri fans scrutinati nel nostro sito web. In verità avremmo voluto suonare tutto, ma questo è impossibile!

Avete prodotto molti dischi dal vivo fra dvd e cd rispetto la discografia in studio, forse vi ritenete di più una live band?
John: Bene, secondo me è sempre un piacere avere documentata una fase determinata della nostra carriera, una band dal vivo saggia il vero successo, inoltre il piacere è grande se le cose vanno particolarmente bene. Poi come ti dicevo in precedenza è anche un ringraziamento ai fans. Realisticamente parlando i live servono soprattutto a tenere ben oliate certe funzioni della macchina Arena, certi meccanismi di intesa si approfondiscono e poi il lato economico ne riceve giovamenti ed i soldi racimolati ci servono per rimanere in vita come gruppo. E poi noi siamo i migliori dal vivo! (risate)

John, come ascoltato nel multimedia extras di “Contagium” e “Contagious” te la cavi bene nel cantare, potremmo mai ascoltare una tua prestazione in un brano da studio?
John: Grazie molto. Mi fa piacere, ma non sono il cantante degli Arena e credo anche che sia improbabile che ciò accada. Ti spiego, queste linee vocali sono un espediente per far capire a Rob come deve essere strutturato il brano, far capire a lui come si protrae la melodia. Non nascondo che comunque mi piace cantare, ma la mia unica funzione in questa band è puramente quella del chitarrista.

I testi delle vostre canzoni sono sempre molto curati, ma le copertine dei cd lo sono ancora di più, come decidete di realizzarle?
John: E’ Clive che detta le coordinate generali del concept, i suoi umori , le sensazioni e poi assieme ai testi le fornisce a David Wyatt. Alla fine il suo lavoro viene visionato dal gruppo.

Durante i concerti, quale è stata la data che vi ha più gratificato?
John: Hmmmm... bella domanda. Mi viene pensato il concerto al Borderiij in Olanda perché lì abbiamo fatto sold-out con 200 persone fuori dalla porta!. Oltretutto mi ricordo che l’ amperaggio della mia chitarra funzionava particolarmente bene, come non mai! Veramente un gran bel concerto.

Ora so che state lavorando per il nuovo “Pepper’s Ghost” previsto all’incirca per Aprile 2005, è possibile avere qualche anticipazione riguardante la direzione musicale ed i testi o è top secret?
John: Tutto quello che posso trapelare è che questo album sembra avere una partenza tranquilla, stile Arena, per poi svilupparsi con pezzi più pesanti. La struttura cura molto la fase “canzone”, ma il resto dovrete semplicemente scoprirlo voi acquistandolo, giusto?

Clive, apriamo una piccola parentesi personale, diciamo ai nostri lettori che tu sei un tastierista dai mille impegni, Pendragon, Stranger On A Train, Medicine Man, Shadowland, per non parlare poi delle collaborazioni (due su tutte quelle con Ayreon ed Oliver Wakeman), potresti elencarci eventuali novità con questi progetti se ci sono?
Clive: Si, ci sono altri progetti in serbo (e ti pareva…nda), uno l’ ho appena iniziato ed è il terzo capitolo dei Stranger On A Train. Lo stile trattato è quello alla ELO , in più sto provando la mia mano anche in un musical e in un romanzo. Ma non posso dirti di preciso quando, perché tutte queste cose necessitano di tempo, tanto tempo.

Visto che mi trovo apro anche una parentesi per i grandi Pendragon, la tua navicella madre, possiamo attenderci un dvd anche per loro?
Clive: Sono sicuro di si. Da poco, Nick Barrett ed io stiamo pianificando un concerto in Polonia a gennaio per registrare un doppio dvd... che dovrebbe essere uno sballo. Ci sarà tutta la nostra musica più bella scritta in 25 anni di carriera!

E tu John, hai in serbo qualche nuova collaborazione?
John : Si, attualmente sto lavorando con John Beck degli It Bites e Pete Travawas (Marillion), su un progetto chiamato 'Kino'.

Torniamo agli Arena, John Jowitt è stato in formazione per un certo periodo, tu se ti dessero l’opportunità suoneresti negli IQ?
John: Abbastanza improbabile, credo…, ma visto che oggi siamo in vena di rivelazioni posso darti ancora una nuova anticipazione, John Jowitt suonerà ancora una volta il basso con noi al Rosfest negli States per il nuovo anno. Ian non può venire causa altri impegni, ma questa situazione sarà solamente provvisoria, sia chiaro.

Ogni periodo ha una sua magia musicale, gli anni ’70 su tutti, lo sappiamo, ma cosa è successo di magico nei primi anni ’80 per far nascere la New Progressive, solo nostalgia o qualcos’altro?
John: Probabilmente la fine del punk, lo stesso che ha causato la morte del Progressive verso la fine degli anni ’70! Ancora una volta si sono aperte le porte a questo meraviglioso genere.

Avete mai pensato di fare un album completamente strumentale?
John: Accidenti, no, non lo abbiamo mai considerato perché noi siamo un gruppo capitanato da un cantante, sarebbe francamente bizzarro, ma ho imparato che nella vita non bisogna mai dire mai!

Personalmente ho notato che i brani più belli e carichi di emozioni che avete scritto, sono quelli che riconducono ad influenze Pinkfloydiane (“The Hanging Tree” su tutte), è una mia sensazione o è uno dei gruppi che amate di più?
John: E’ vero, i Pink Floyd sono fra i gruppi che amiamo di più. Personalmente mi ispiro molto al modo di suonare la chitarra di D. Gilmour.. Ma non solo Floyd, anche It Bites, Queen, Tool, la lista è infinita….

Cosa manca a questo genere musicale per divenire più popolare, pensi che sia poco trattato dai media, oppure è il Progressive stesso ad essere troppo “intellettuale” e complicato, dunque causa dei suoi mali?
John: Non credo. Penso che sia un genere di culto a causa della sua versatilità. Questa è una musica eclettica che richiede gusti eclettici. Se facciamo un sondaggio vediamo che in generale la gente non vuole una musica troppo cervellotica ma piuttosto una che sia orecchiabile, da ascoltare anche al bar senza troppi impegni.

Dove sono più famosi gli Arena?
John: Erm... non desidero favorire alcun paese in particolare… non è bello, ma.... l’Olanda è quello che ci ama di più dal vivo, ci permette di fare più date, mentre la Germania è quella che ci da più vendite discografiche, questa è la verità, che nessuno l’abbia a male.

Clive, Se ti dicessero di buttare via tutte le tastiere tranne una, quale terresti e perché?
Clive: Il Korg 01/Wfd probabilmente vincerebbe: è come un amico anziano... L’ ho usato molto e lui ha usato me, c’è feeling fra di noi! Tuttavia, ho da poco preso l’ultimo Korg Tritone e mi sono completamente innamorato! Fammi la stessa domanda ancora l'anno prossimo!! (risate)

L’accostamento costante che la critica fa nei vostri confronti ai Marillion comincia a darvi fastidio, visto che poi ora suonano cose completamente differenti dalle vostre, oppure lo ritenete sempre un complimento?
John: Giusto quello che dici, lo riteniamo un vero complimento perché è un gruppo che amiamo molto , ma è anche vero che non fanno più nulla di simile al nostro stile.

John, hai ascoltato il nuovo album dei Marillion? Che cosa ne pensi?
John: Ad essere sincero Pete (il bassista dei Marillion) mi ha dato una copia del disco ma devo confessare che ancora non ho trovato un ritaglio di tempo da dedicargli. Giuro di colmare la lacuna al più presto.

Conoscete la nuova scena italiana Progressiva, c’è qualcosa che gradite?
John: Scusa la mia ignoranza ma quando ascolto musica Prog generalmente non l’associo con le nazioni. Della scena italiana amo molto i Lacuna Coil (spero che siano italiani altrimenti ho fatto proprio una bella figura….).

Quali errori hanno commesso gli Arena, se ce ne sono stati, che vorreste cancellare?
John: Emm...... forse abbiamo speso, o meglio investito troppi soldi per la realizzazione dell’album “The Visitor”. E poi anche i miei pantaloni tartan erano un errore (risate)

Cosa è più difficile per un compositore, cercare di rinnovarsi oppure cercare di mantenere ciò che al pubblico piace?
Clive: Non penso che un compositore debba preoccuparsi troppo di queste cose, credo sempre che debba fare ciò che gli piace e che debba guardare avanti ma buttare anche con un occhio al passato. Riservatezza e fede nel genere sono la giusta strada.

Nella musica New Progressive, per la gran parte dei casi, si ascoltano atmosfere tendenti al triste, questo fatto è richiesto dalla teatralità del genere stesso oppure agli argomenti trattati spesso ispirati alla realtà?
John: Se ci fai caso, tutte le più belle canzoni del mondo sono quelle tristi. Le sensibilità e la malinconia sono alcune delle più grandi emozioni che si generano dagli avvenimenti che ci accadono durante il corso della nostra vita. Questo vale per tutta la musica e dunque anche per il Progressive.

Quale sono il genere di domande che odiate?
John: Odiamo quelle tipo: “Ma dove trovate tutto questo tempo per fare tutte queste cose?” La risposta è semplice, lo troviamo normalmente, facciamo soltanto musica altrimenti faremmo un altro mestiere!

Un saluto ai vostri fans italiani?
John: Ciao Italia!!! L’anno prossimo verremo anche nel vostro bel paese, aspettateci impazienti così come lo siamo noi! Nel frattempo, spero che gradiate il nostro nuovo “Pepper’s Ghost” !

Salari Massimo

Recensioni: Breakfast in Biarritz; Contagion; Contagious; Live; Pepper's Ghost;
Ten Years On; Rapture

Altre interviste: 2000

Retrospettiva su Clive Nolan

Sito Web

Artisti correlati: Pendragon; Nolan & Wakeman, Urbane


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