Rock Impressions
 

INTERVISTA AI TRANSATLANTIC CON PETE TREWAVAS
di Giancarlo Bolther

La prima domanda che mi è sorta spontanea è: perché avete pubblicato un secondo live album?
Il nostro secondo live album è parte di un progetto più ampio, infatti ne esce una versione con doppio dvd. Abbiamo pensato che probabilmente era una buona idea far uscire un live cd insieme ad un dvd, così chi ha il lettore dvd può apprezzare la nostra performance vedendo la band mentre suona sul palco. Inoltre è piuttosto diverso dal live precedente, perché questo assomiglia di più ad un lavoro ufficiale, mentre il primo assomigliava molto di più ad un bootleg. Siamo molto contenti di come è venuto il nuovo live.

Non avete incluso dei brani tratti dal repertorio dei vostri gruppi principali, perché?
Lo abbiamo fatto nel primo tour americano, ma non eravamo molto conviti di farlo, il motivo è che avevamo un solo album e quindi non c'erano abbastanza materiale per un'intero show. Con l'ultimo tour avevamo due album da cui pescare e abbiamo scelto di suonare i nostri pezzi, così non c'era abbastanza tempo per fare di più.

Quando avete dato vita al progetto Transatlantic avevate pensato che sarebbe durato così a lungo?
Francamente devo rispondere si e no. Credo che all'inizio non avessimo un idea di come sarebbe stato accolto il nostro progetto e se avremmo avuto successo, ma la registrazione del primo album è stato un momento veramente magico, eravamo molto felici ed orgogliosi di quel disco. Durante il conseguente tour americano avevamo parlato seriamente di fare un secondo disco. Anche il nostro secondo tour, che abbiamo fatto dopo il secondo album, è stato fantastico e sarebbe stato un vero peccato se avessimo terminato il progetto dopo il primo disco. Sono convinto che i Transatlantic abbiano realizzato della buona musica che meritava di essere incisa. Sarebbe molto bello poter fare anche un terzo album, chissà...

Come vi siete incontrati, com'è stato che avete deciso di collaborare?
Il nostro primo incontro è stato davvero strano e non è certo come ti potresti aspettare. Ho conosciuto Mike, ma non conoscevo Roine e Neal, sapevo che Neal era un songwriter molto prolifico, ma non sapevo nulla di Stolt. Sono andato a New York con un paio di ragazzi della Inside Out Records e ho avuto li il primo incontro con Roine la sera prima di iniziare le registrazioni. Abbiamo cenato insieme e così ci siamo conosciuti, il giorno dopo ci siamo recati in macchina agli studi di registrazione che erano poco fuori dalla città e Neal ci ha raggiunti là. Abbiamo iniziato subito a scegliere il materiale da registrare, è stato tutto molto veloce e nuovo per me. Non abbiamo mai avuto abbastanza tempo, è stato un lavoro molto duro "very fast and furious!" Penso che siamo tutti musicisti con un'ottima preparazione e questo ci ha permesso di produrre un buon lavoro, ma sono convinto anche che avremmo potuto fare di più.

Come avete gestito il processo compositivo?
Usiamo metodi molto diversi fra loro. Ognuno di noi scrive e compone individualmente a casa propria. Per il secondo album è stato tutto più facile perché ci conoscevamo già ed avevamo parlato di più insieme, in altre parole eravamo come una vera band. Così sapevo cosa sarebbe piaciuto a Neal da cantare o quali parti di chitarra erano più adatte per Roine, penso che anche per gli altri sia stato lo stesso. Ci siamo poi trovati insieme a casa di Neal per definire gli aspetti di Across Forever, abbiamo iniziato a lavorare su un brano alla volta, il primo è stato "Stranger In Your Soul" che è nata da una mia idea, ho proposto un tema e poi abbiamo ascoltato le idee di Neal, poi ancora quelle di Roine e così via per ognuno dei brani.

Che opinione ti sei fatto di Neal Morse?
E' certamente una persona molto gentile e simpatica, ma è anche molto serio nelle cose che fa, quando inizia un progetto lo affronta con un grande senso di responsabilità. E' molto meticoloso e vuole sempre avere un controllo sicuro su quello che fa. Ha una grande fede e penso che sia fortunato in questo, perché credere in Dio gli da forza e lo rende creativo, lo fa essere la persona che conosciamo. Come artista è un musicista incredibile, sa suonare la batteria, suona molto bene la chitarra e anche le tastiere, ha una bella voce... è un songwriter molto prolifico e riesce a comporre con stili musicali molto diversi fra loro. A volte per lui è dura lavorare con altre persone, come saprai ha lasciato sia gli Spock's Beard che i Transatlantic per poter lavorare da solo sui suoi progetti e penso sia stata una scelta giusta. Posso capire la frustrazione che deve aver provato nel dover continuamente confrontare le proprie idee con altre persone, nel dover continuamente cambiare delle cose che aveva scritto, la stessa cosa a volte capita anche a me quando compongo della musica. Sono però convinto che a volte lavorando insieme succede qualcosa di "strano", perché quando componi e arrangi le canzoni da solo corri il rischio di ripetere sempre le stesse cose e a volte funziona, ma non sempre, pertanto considero molto pericoloso lavorare da soli. Comunque la mia non vuole essere una critica, ma solo una considerazione.

E di Mike Portnoy cosa mi dici?
Che batterista! Wow! Penso che sia il miglior batterista di questi anni. E' un musicista incredibile, la sua capacità creativa in studio è strepitosa, riesce a fare cose che pochi altri batteristi riescono a fare. Ci sono molti ottimi batteristi in giro, ma lui riesce a riprodurre dei brani con una facilità estrema, riesce ad essere molto veloce e al tempo stesso impetuoso. Ha una memoria straordinaria, quando gli chiedevamo di rifare una certa cosa perché ci era piaciuta, lui la ripeteva ricordandosi tutto alla perfezione, è molto professionale e sa sempre perfettamente quello che fa.

Infine cosa mi dici di Roine Stolt?
Roine è un tipo molto tranquillo, sembra distaccato e invece è molto partecipe, si mette in un angolo in disparte e ascolta, poi imbraccia la chitarra e suona qualche nota e succede sempre che sono perfette per il pezzo, dimostrando di avere un talento davvero speciale per un musicista, un vero genio!

Pensate di andare avanti coi Transatlantic, avete del nuovo materiale?
No, non al momento. Per come stanno le cose i Transatlantic sono finiti. Come ti ho detto Neal ci ha lasciati e non ha senso andare avanti senza lui. In questo periodo Neal e Mike stanno lavorando insieme, quindi i rapporti ci sono e mi piacerebbe molto fare ancora qualcosa coi Transatlantic in futuro, ma francamente non credo che sarà possibile.

Oggigiorno le collaborazioni fra artisti di diversi gruppi sono molto più facili che in passato, perché secondo te?
Penso che Internet abbia giocato un ruolo chiave in questo e quindi anche i computers e le nuove tecnologie che ci danno una mano in studio. Ci aiutano a scrivere, ci permettono di scambiarci la musica con facilità, ci permettono di stare facilmente in contatto. Una band come i Transatlantic è frutto di queste nuove tecnologie. I siti Web ci permettono di promuovere più efficacemente il nostro lavoro e di avvicinare molta più gente e di stare in contatto coi fans. Questo ti da la possibilità di non dipendere più come in passato dalle case discografiche. Produrre musica è diventato più economico. In definitiva credo che tutte queste cose siano frutto della diffusione dell'informatica.

Il mercato però è invaso da nuove produzioni, ci sono sempre più gruppi, sempre più progetti, ci sono dischi venduti solo su internet, non credi che questo possa essere eccessivo per un settore che è sempre più in crisi?
Si, credo che questo sia vero. Però, parlando da un punto di vista prettamente musicale, penso che più buona musica c'è e più buona musica può diffondersi. E' vero che ci sono sempre più bands che promuovono la loro musica direttamente tramite i siti internet, ma questo li avvicina ai loro fans, si creano delle relazioni più interessanti e questo da a tutti la possibilità di stare sul mercato in modo più diretto di quanto era con le case discografiche che facevano da tramite. La cosa interessante è che molta musica distribuita via internet è di qualità migliore di quella che veniva gestita dalle compagnie, ci sono meno costi pubblicitari, non ci sono vincoli, non ci sono più gli "artisti di punta", etc. Questo fa bene alla musica e la gente vuole musica di buona qualità e oggi è più facile trovarla.

Gli appassionati del prog settantiano dicono che la musica prog di oggi andrebbe chiamata "regressive" music, perché non si sente più nulla di veramente nuovo, qual'è la tua opinione?
Si sono daccordo, quello che dici è assolutamente vero. Penso però che i Transatlantic debbano essere definiti "Retrò" progressive e che non siano "regressive". Noi abbiamo cercato di partire dal momento di massimo splendore del prog e di andare avanti. Penso che la vecchia generazione di artisti prog si sia esaurita e questo è piuttosto triste, l'unica formazione che sta ancora facendo qualcosa sono probabilmente i King Crimson, che possono ancora essere definiti progressive nel vero senso del termine. Parlando dei gruppi di oggi penso che l'album migliore dell'ultimo decennio sia OK Computer dei Radiohead, un disco veramente progressivo. Un sound veramente nuovo, delle idee nuove, vera musica, OK Computer è il disco che oggi può essere definito a ragione "progressive".

Secondo te quali sono i possibili sviluppi per il prog nei prossimi anni?
Ci sono degli ottimi gruppi come i Pain Of Salvation che stanno facendo delle cose interessanti, sono molto "strani" e mi ricordano vagamente i Magma. Si tratta di musica moderna che ha le sue radici nel passato. Se vuoi fare buona musica devi studiare il passato e attualizzarlo, un chitarrista deve studiare Hendrix e gli Who, bisogna ascoltare albums come Fragile e Foxtrot e arricchire il proprio bagaglio culturale, solo così si può creare della musica interessante.

Un'ultima domanda, come definiresti la musica che stanno facendo oggi i Marillion?
Grande musica. Stiamo facendo della musica molto moderna, abbiamo suoni moderni, ritmiche moderne e così via. Facciamo una musica che incorpora un po' tutto il nostro passato, cercando di andare sempre avanti. Non vogliamo rifare Misplaced Childhood tutte le volte che entriamo in studio. Abbiamo grandi idee che stiamo realizzando e penso che sia un momento molto buono per la nostra band.

GB

Recensioni: Bridge Across Forever; Live in Europe; More Never is Enough

Live Report: 2010

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