| INTERVISTA 
            AI THUNDER (versione inglese)di Giancarlo Bolther
 
 Come si è svolta la preparazione del nuovo album?
 Abbiamo registrato The Magnificent Seventh durante l’estate 
            del 2004. Per il nuovo album abbiamo proceduto in modo piuttosto diverso 
            rispetto a come facevamo per la registrazione di quelli precedenti, 
            la batteria e le chitarre sono state registrate presso lo Chapel Studio, 
            mentre le parti vocali, gli arrangiamenti di chitarra e le tastiere 
            li abbiamo fatti a casa nostra utilizzando il nostro impianto mobile 
            Pro Tool, anche il missaggio finale l’abbiamo fatto in proprio.
 
 La 
            copertina del nuovo album ricorda i cartelloni dei film western, ma 
            musicalmente non ci sono dei riferimenti alle colonne sonore di quei 
            film, perché avete scelto proprio questo soggetto?
 La canzone “The Magnificent Seven” si ispira 
            direttamente al film omonimo, sai quello con Yul Brinner, è 
            uno dei miei film preferiti. Quindi ci sembrava una buona idea utilizzare 
            la locandina del film per illustrare il nuovo cd. E poi perché 
            fondo al nostro cuore siamo un po’ tutti dei cowboy!
 
 Quali sono le principali differenze con i vostri lavori precedenti?
 Per il nostro nuovo disco abbiamo cercato di comporre delle 
            canzoni più semplici e dirette. Volevamo ritrovare un sound 
            essenziale ed efficace come avevamo ai tempi del nostro primo album 
            Backstreet Symphony.
 
 A cosa si ispirano i vostri testi?
 Noi quando scriviamo canzoni cerchiamo di trarre ispirazione 
            dalle cose di tutti i giorni, quindi i nostri pezzi parlano di vita 
            vissuta, di ragazze, di musica, di soldi… davvero niente di 
            eccezionale, ma trattiamo i temi che sono più vicini alla gente.
 
 Avete firmato con la Frontiers, un’etichetta italiana, 
            perché questa scelta? Perché non avete continuato a 
            lavorare con una major come avete fatto in passato con la Geffen?
 Il perché è molto semplice, la Frontiers ci 
            aveva proposto un ottimo progetto per la realizzazione dei nostri 
            dischi, dimostrando di essere veramente intenzionata a distribuire 
            e a vendere il maggior numero di copie possibile dei nostri albums. 
            So che sono una piccola label, ma lavorano veramente duro e questo 
            ci piace molto perché anche noi affrontiamo con lo stesso impegno 
            il nostro lavoro. E’ bello lavorare con delle persone che hanno 
            il tuo stesso modo di pensare. Per noi il tempo di lavorare con le 
            grandi compagnie come la Geffen è scaduto da quando queste 
            hanno deciso che non era più un buon affare averci nel loro 
            catalogo. All’epoca la cosa ci andava bene. Quando abbiamo iniziato 
            a lavorare con etichette più piccole le cose si sono complicate, 
            perché ci siamo accorti che queste non potevano conseguire 
            quanto ci promettevano. Per questo motivo abbiamo preso la decisione 
            di dar vita alla nostra etichetta personale e di fare in proprio, 
            mentre in certi territori abbiamo affidato la distribuzione dei nostri 
            dischi ad alcuni distributori locali indipendenti. Questo ci ha dato 
            la possibilità di avere un controllo maggiore sul tutto e di 
            avere il nostro destino nelle nostre mani. Devo dire che siamo contenti 
            di questa scelta e che stà funzionando bene, anche se a volte 
            è molto dura dover far tutto.
 
 Quanta tradizione e quanta modernità si possono trovare 
            nel nuovo album?
 Penso che la tradizione e la modernità siano equamente 
            rappresentate nella nostra musica. I pezzi sono tutti delle classiche 
            rock songs, ma l’approccio è decisamente moderno.
 
 Quali sono i ricordi migliori che avete legati agli anni ottanta?
 In quel periodo si vedevano in giro dei bellissimi capelli 
            lunghi! Sia nei ragazzi che nelle ragazze!
 
 Avete una lunga esperienza nel mondo musicale, cosa vi ha 
            insegnato e quanto è cambiato nel tempo il music business?
 La cosa principale che ho imparato dai tanti anni che ho 
            trascorso a contatto con il business musicale è che ogni persona 
            deve credere fermamente in se stesso, devi credere che possiedi l’abilità 
            necessaria per poter andare avanti nonostante le cose che succedono 
            attorno a te e poi devi avere molta pazienza. Il business musicale 
            sta cambiando molto rapidamente, vedi la possibilità di scaricare 
            musica con qualità digitale dalla rete. Poi c’è 
            il fatto che molti gruppi sono capaci di vendere in proprio i loro 
            dischi attraverso internet e questo stà togliendo molto potere 
            alle compagnie discografiche.
 
 Che cosa significa per voi suonare della musica hard rock 
            dopo così tanto tempo?
 E’ davvero fantastico scoprire di essere ancora capaci 
            di suonare della musica rock nonostante il tempo che è passato, 
            è una bellissima sensazione. E poi è straordinario vedere 
            che con la nostra musica riusciamo ad attrarre anche molti giovani, 
            sia perché questi ascoltano i dischi dei loro genitori, sia 
            perché si avvicinano al rock grazie a gruppi attuali come i 
            The Darkness che fanno scoprire quanto la musica rock abbia ancora 
            da offrire.
 
 Cosa ne pensate dei nuovi gruppi e dei nuovi generi musicali, 
            ascoltate della musica contemporanea?
 A dir la verità in questo momento non trovo in giro 
            della musica che sia veramente in grado di eccitarmi, però 
            sono molto contento di vedere che c’è un deciso ritorno 
            alla musica di gruppi che nel loro songwriting mettono in primo piano 
            il suono delle chitarre.
 
 Il pubblico che segue l’hard rock si è assottigliato 
            col tempo, ma c’è sempre un nocciolo duro di fans, come 
            vivete questa situazione?
 Ci saranno sempre dei fans per la musica rock, nella musica 
            le mode vanno e vengono in continuazione, ma la musica rock non tramonta 
            mai del tutto, ogni tanto si calma un po’ e poi quando è 
            il momento torna più in forma e vitale di prima, louder than 
            ever!
 
 State pianificando un tour di promozione al nuovo album, cosa 
            state preparando?
 Stiamo per iniziare un tour europeo in marzo che ci porterà 
            in Inghilterra, Olanda, Belgio e Germania per promuovere il nuovo 
            album.
 
 Quindi non ci saranno date in Italia?
 Al momento non ci sono accordi per poter suonare in Italia, 
            ma ovviamente saremmo molto felici di venire da voi se qualcuno ci 
            dovesse dare l’opportunità per farlo.
 
 Cosa ne pensate di Internet, secondo voi aiuta la musica?
 Sì certamente, Internet è un mezzo di comunicazione 
            fantastico, ti permette di stare in contatto con i tuoi fans in modo 
            veramente veloce e ti da una potente possibilità di promuovere 
            il tuo lavoro. Senza di esso non potremmo condurre la nostra etichetta 
            e stare in contatto con i nostri fans nel modo con cui avviene oggi.
 
 Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro dei Thunder?
 Sempre di più nella nostra tradizione. Questo è 
            quello che stiamo facendo, è quello che ci piace fare, per 
            cui non vediamo nessun motivo per doverci fermare!
 
 Volete chiudere l’intervista con un saluto ai vostri 
            fan italiani?
 Ciao a tutti i nostri fan in Italia, grazie per il supporto 
            che ci avete dato in tutti questi anni. Noi speriamo che gradirete 
            il nostro nuovo album, così come sta piacendo anche a noi. 
            Keep rocking e speriamo di poterci vedere presto!
 
 GB
 
 Recensioni: The Magnificent Seventh!; Robert 
            Johnson's Tombstone
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