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            metà anni ottanta si chiamavano Terraplane, ma dopo un paio 
            di album avviene la svolta e il cambio di nome in Thunder, da allora 
            la loro discografia è stata abbastanza regolare e si è 
            arricchita di una ventina di titoli. Il gruppo è stato guidato 
            fin dagli inizi dalla coppia Danny Bowes (voce) e Luke Morley (chitarra) 
            ed è incredibile ritrovarli dopo tanti anni con lo stesso entusiasmo 
            degli esordi.
 Sono Inglesi d’origine, ma la loro musica pesca sia dalla tradizione 
            patria che da quella americana e lo dimostrano con orgoglio, del resto 
            la cover è un più che espicito tributo al cinema western, 
            ma il sound tagliente del gruppo ha un che di profondamente old hard 
            rock school di matrice albionica appunto anche se con qualche concessione.
 
 Il nuovo album attacca con una “strana” dichiarazione 
            d’amore “I Love You More Than R’n’R” 
            (dobbiamo crederci?), apre un riffettino stoppato un po’ in 
            sordina e un bel coretto, ma poi entra il pezzo vero e la chitarra 
            raddoppia il volume. Un’unica nota ripetuta con prepotenza e 
            fierezza e il risultato conquista, sembra un brano dei vecchi Status 
            Quo. La seguente “The Gods of Love” è antemico 
            e catchy, un classico pezzo. “Monkey See, Monkey Do” è 
            un’hard atmosferico, una ballad elettrica abbastanza diversa 
            dal solito, con un deciso impianto blues. “I’m Dreaming 
            Again” spinge ancora di più sul pedale melodico, ma è 
            meno originale del brano precedente. Con “Amy’s On the 
            Run” si torna a rockare e ancora di più con la rocciosa 
            “The Pride”, un titolo un programma! Questo è sicuramente 
            il lato che preferisco del gruppo, quando tira fuori la grinta e la 
            classe e questa band ne ha da vendere di entrambe.
 
 Malgrado la copertina, non si respira aria da film di Sergio Leone 
            con le sue splendide colonne sonore, ma i Thunder difendono una tradizione 
            che in patria sembra dimenticata e solo per questo meritano tutto 
            il nostro rispetto anche perché non sono e non vogliono essere 
            il fantasma di un passato lontano. GB
 
 Altre recensioni: Robert Johnson's Tombstone
 
 Intervista: 2005
 
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