Rock Impressions
 

INTERVISTA AI TAAL (versione inglese)
di Michele Maestrini

Puoi fornire ai nostri lettori un introduzione alla band con una breve storia?
Il nome “Taal” deriva dal nome di un vulcano circondato da un lago e per noi rappresenta l’unione di artisti e musicisti provenienti da diversi orizzonti musicali che, andando oltre le loro influenze, creano insieme un proprio universo sonoro. Le nostre influenze musicali spaziano dal rock al jazz alla musica classica, il tutto unito per creare una sorta di ritmo etnico e primitivo, guardando però ovviamente anche al futuro. La nostra continua ricerca mira ad unire la musica classica con un genere più rock, questo ci permette di superare il confine di un genere prestabilito e di creare qualcosa di diverso. In questo modo, anche se potete notare chiare influenze nella nostra musica, rischiamo di essere inseriti in un genere non classificabile; siamo una band libera e il nostro invito a questo viaggio ti permette di immergerti in un genere musicale alternativo e di avere nuovi tipi di sensazioni. Noi cerchiamo di portarvi il meglio!
I Taal furono formati nel 1992 dal trio fondatore (basso, chitarra, batteria). Il concept del primo album era basato su un rock pieno di sperimentazioni e improvvisazioni e il nome della band continuava a cambiare: Stuart & Co., Little Rattle, Stratus.
Nel 1996 si unì alla band un tastierista e la musica acquistò cosi un carattere più sinfonico, gettando le basi per la creazione dei Taal.
Nel 2000 la MUSEA produsse il nostro primo album “Mr.Green” proveniente da un concept che comprendeva originariamente concerti, teatro e animazioni integrando altri 6 membri.

Quali sono le differenze fra i vostri due album?
La differenza principale fra i due album sta nell’energia e nel sound e questo è dovuto fondamentalmente al numero di musicisti che si unirono alla band dopo il primo disco; essi infatti presero parte in modo attivo alle composizioni. Dal punto di vista musicale la differenza più grande sta nel fatto che per la registrazione del primo album avevamo solamente 20 giorni e c’era la presenza di due persone esterne per masterizzarlo e mixarlo. Skymind invece ci ha impegnati per 6 mesi e ci siamo occupati noi stessi del mixaggio, mentre la masterizzazione è stata fatta da Stephane Brunet.
Alla fine dei conti Skymind ci rappresenta meglio e rappresenta il genere che vogliamo continuare a ricercare con il gruppo.

Quante copie ha venduto il vostro primo album e che aspettative avete per la vostra ultima fatica?
Siamo ancora molto contenti del nostro primo album perché ha rappresentato anni di duro lavoro e ci ha fatto conoscere nell’universo prog. La MUSEA ha venduto 1800 copie e a queste se ne aggiungono altre 1200 vendute ai concerti, nei festival e agli amici. Le nostre aspettative per Skymind sono di raggiungere almeno lo stesso livello… e comunque di vendere più copie possibile.

Cosa avete intenzione di fare per promuovere Skymind?
Abbiamo in mente di fare concerti in un solo paese: il mondo!
Seriamente: suoneremo in Svizzera e in Belgio e stiamo aspettando risposte dal Messico, dall’Italia e dal Sud America.

Nelle vostre canzoni ci sono molte influenze provenienti dalla musica folk e dalla musica classica. Qual è il vostro rapporto con qesti tipi di musica?
Siamo aperti ad ogni genere musicale; le nostre influenze classiche provengono da un quartetto d’archi e inoltre Sebastian (il tastierista) ha seguito una formazione classica.

Si può notare che nei vostri cd c’è sempre la contrapposizione fra momenti di calme e passaggi molto duri, quasi Heavy Metal. Pensate di muovervi verso un tipo di musica più hard o cercherete sempre di unire queste due componenti?
Sicuramente entrambi, perché la nostra filosofia è di unire sensazioni opposte. Facciamo questo anche per non essere incorporati in un genere particolare e ci fa divertire rompere una sensazione di quiete con un passaggio dark più duro.
Inoltre, nelle performance live i Taal hanno una grande energia e questo è molto apprezzato dal pubblico; se ci sentissi dal vivo potresti notare che il feeling che si crea nelle nostre esibizioni è dieci volte più grande di quello che si sente sul cd.
Per il prossimo album abbiamo intenzione di continuare ad approfondire la musica metal e pensiamo di unire altre sensazioni e ambienti che non abbiamo utilizzato in passato. Il concept inoltre sarà diverso da ciò che abbiamo fatto fin’ora.

Molte band non anglofone preferiscono cantare in inglese piuttosto che nella loro lingua madre; perché avete fatto anche voi questa scelta?
Loic Bernardeu, il batterista cantante, preferisce scrivere e cantare in inglese per arrivare al maggior numero di persone possibile. La MUSEA vende entrambi i nostri album in 156 paesi e questo spiega chiaramente la nostra scelta.

La scena progressive francese è molto attiva ai nostri giorni, cosa ne pensi? Pensate di appartenervi?
Non vogliamo appartenere solamente al genere progressive ma anche a molti altri.
In Francia ci sono molte band progressive, ma la possibilità di emergere è quasi impossibile in quanto ci sono solo 5 festival all’anno.
Le radio non ci aiutano e trasmettono solo robaccia; credo che dovremmo smettere di parlare di musica progressive e chiamarla solamente rock ‘n roll.

Quali sono le vostre influenze e a cosa vi ispirate per scrivere musica?
Abbiamo un gran numero di influenze diverse: Massive Attack, Sepultura, Carlos (un cantante francese), Red Hot Chili Peppers, Azziza Mustapha Zadeh, Bratch, Mardi Gras BB, Roger Sy, Napalm Death, Miles Davis, Primus, Gainsbourg, Prokofiev, Renaud, Hendrix, etc… insomma, tutto ciò che fuoriesce dalle nostre casse!

Mi dici qualcosa sull’origine di Skymind? Siete una band molto numerosa, come riuscite a combinare le volontà di tutti?
La maggior parte dei pezzi sono stati composti solamente da quattro di noi (bassista, chitarrista, tastierista e batterista cantante). "Purple Queen’s Lips" è stata composta dal nostro secondo batterista Igor e gli arrangiamenti di Skymind e Stratus da tutti noi.

Ascoltando la vostra musica risulta chiaro che siete degli ottimi musicisti. Quali sono i vostri background? Siete autodidatti o avete una preparazione accademica?
Tre di noi (basso, chitarra, batteria) sono autodidatti e il resto ha una preparazione classica. Inoltre tutti noi suoniamo in altre bands al di fuori dei Taal e questa è l’esperienza migliore in quanto possiamo adottare stili diversi.

Adesso la domanda di rito: quali sono i vostri progetti per il futuro? Ci sono voci che vi vedrebbero impegnati in Italia per un festival, lo puoi confermare?
Come ti ho già detto prima abbiamo un contatto con l'Italia per un festival a Mantova in Ottobre. Inoltre, dovremmo fare vari concerti in giro per il mondo. Grazie per il vostro supporto, saremmo veramente contenti di potervi incontrare in Italia!

MM

Reviews (in italian): Mister Green; Skymind

Indietro all'elenco delle Interviste

| Home | Articoli | Recensioni | Interviste | News | Links | Rock Not Roll | Live |