Rock Impressions

Spock's Beard SPOCK'S BEARD - Gluttons for Punishment
Inside Out


L’ex gruppo di Neal Morse sta cercando disperatamente di lasciarsi alle spalle il periodo in cui il vecchio leader dominava il gruppo, non mi credete? Basta visitare il sito internet della band, all’inizio Neal era presente e si potevano reperire tutti i dischi con lui presente, poco dopo il suo abbandono sono spariti dal sito tutti i vecchi dischi! Ma ci sono anche altri segnali che non mi interessa commentare, sta di fatto che la band non aveva bisogno di uscire con un nuovo live album se non fosse che vogliono dimostrare di essere in grado di andare avanti senza l’ingombrante spettro di “reverendo” Neal.

La scaletta del live poi rincara la dose, su sedici brani nove sono presi dall’ultimo album Octane, due da Feel Euphoria, un intro, “Ryo’s Solo” e solo tre dalla vecchia discografia, capisco che al gruppo interessi presentare il nuovo materiale piuttosto che continuare a ripetere le stesse vecchie cose all’infinito, è giusto, ma tutto questo può essere letto in molti modi. Resta il diritto di un gruppo di dire che ci sono e che vanno avanti, ma per me il passato va sempre rispettato.

Chiudiamo questo argomento dicendo che tecnicamente gli Spocks sono rimasti ai livelli ai cui siamo abituati, Morse aveva una carica umana incredibile, ma non influiva in modo pesante sulla tecnica espressa dal resto del gruppo. La sua assenza non si sente da questo aspetto, la differenza può essere ricercata solo nei tre brani che lui aveva interpretato, D’Virgilio non canta male e interpreta sufficientemente bene “Harm’s Way” e “At the End of the Day”, questa veramente bella, ma in “The Light” la sua interpretazione è quasi vergognosa, la voce non c’è più e si sente che deve sforzarsi per eseguirla, ed essendo l’ultimo brano lancia un’ombra pesante su tutto il lavoro, che invece non è così male.

Alla batteria siede Jimmy Keegan, un drummer preparato che non fa rimpiangere Nick, che è libero di sfogarsi dietro al microfono. I brani di Octane dal vivo hanno un grande tiro ed essendo molto tecnici ci danno una volta di più la possibilità di ammirare le doti della band, che, come anticipato, non ha perso smalto e coesione. Prove senza dubbio convincenti. Fra luci ed ombre resta la tradizione di una band che ha contribuito in modo determinante a rilanciare il Progressive negli ultimi dieci anni.

Avvicinatevi quindi a questo live col giusto senso critico, con la consapevolezza che una band può andare avanti anche senza il suo leader, ma anche che le cose non saranno mai più come prima. GB

Altre recensioni: Snow; Don't Try This at Home (DVD); Feel Euphoria; The Light; Octane;
Spock's Beard; X; Brief Nocturnes and Dreamless Sleep

Live: 2014


Artisti correlati: Neal Morse; Ryo Okumoto; Nick D'Virgilio; Transatlantic

Sito Web


E’ la volta del doppio cd dal vivo per la band di Nick D’Virgilio, un concerto registrato durante il tour promozionale dell’ultima fatica dal titolo “Octane”. Il batterista cantante sembra definitivamente aver preso fiducia nei proprio mezzi, la sua performance è sicuramente sopra la sufficienza e la band si ritrova a memoria, anche nelle nuove composizioni.

Ovviamente il repertorio periodo Neal Morse è più carismatico ed accattivante, comunque sia, il nuovo non sfigura più di tanto. In maggior luce “Octane” rispetto “Feel Euphoria”.
Il quartetto americano suona in modo ineccepibile, indubbie le qualità tecniche di Alan Morse (chitarra), Dave Meros (basso) e di Ryo Okomoto (tastiere) e questo gli amanti del Rock Progressive già lo sanno.

Il concerto, così come il cd 1, si apre con l’immancabile “Intro” che ci porta fino al nuovo materiale di “Octane”. Un happening, partendo da “The Ballet Of The Impact”, che prosegue (come in studio) per “I Wouldn’t Let It Go”, “Surfing Down The Avalanche”, “She Is Everything”, “Climbing Up That Hill”, “Letting Go”, “Out The Beauty Of It All”, “Harm’s Way” e “NWC”. Tutto ciò scorre con relativa tranquillità, frangenti romantici si alternano ad altri più energici, proprio come gli Spock’s Beard hanno saputo abituarci. Nel secondo cd l’interesse cresce e non solo grazie a grandi classici come “At The End Of The Day” e l’immancabile “The Light”, ma soprattutto per l’apporto della bellissima “Ghosts Of Autumn” e del solito assolo dell’inesauribile sagoma che risponde al nome di Ryo. In definitiva un live ben registrato e senza troppe sbavature, ma che volete, i tempi delle sorprese Progressive sembrano nuovamente accusare un brusco congelamento.

Lo sappiamo tutti che questo è un genere che sopravvive a corrente alternata ed allora non ci resta che godere di quelle poche scariche che ci capitano…. arriveranno tempi migliori, come sempre. MS

Indietro alla sezione S