Rock Impressions

Satellite - Into the Night SATELLITE - Into the Night
Metal Mind Productions
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: New Prog
Support: CD - 2007

Il Rock Progressive ha avuto una esistenza travagliata, questo lo sappiamo tutti, il Punk alla fine degli anni ‘70 lo ha quasi ucciso, ma come un araba fenice è risorto dalle proprie ceneri verso il 1983, grazie a gruppi come i Marillion di Fish, IQ e Pendragon. I suoni sono sinfonici, le chitarre nostalgiche, le interpretazioni canore “recitate”, un richiamo soprattutto ai Genesis ed ai più sperimentali King Crimson. Questo genere viene chiamato dagli addetti ai lavori New Progressive.

Oggi le nuove leve sembrano non gettare troppo lo sguardo su di esso, il tempo è passato, il Prog si è evoluto, rimodellato con interventi più metallici (Porcupine Tree) e più Psichedelici, insomma in mille altre sfaccettature, quindi per intenderci più distanti dai Marillion di “Script For A Jester’s Tear”. Gli stessi capostipiti si sono allontanati da quelle sonorità, una naturale evoluzione delle cose. Ma uno zoccolo duro ancora esiste, c’è sempre stato. Ci sono gruppi che rimangono saldati a questi stilemi, francamente pochi ma caparbi, uno su tutti i polacchi Satellite del batterista Wojtek Szadkowski. Le carte sono tutte in regola per entrare a pieno diritto nella storia del genere, copertina compresa, rappresentazione straordinaria del solito Mark Wilkinson (Marillion, Fish etc.), un nome una garanzia.

Questo “Into The Night” è il terzo capitolo di una trilogia iniziata nel 2003 con “A Street Between Sunrise And Sunset” e proseguita nel 2005 con “Evening Games”. Cosa ci dobbiamo attendere in questo disco oramai è più che chiaro ed in effetti le attese non vengono deluse. La musica è delicata, Marillioniana, soprattutto nelle chitarre e nelle tastiere, ma ci sono anche dei richiami ai più attuali Porcupine Tree e Riverside, a testimonianza di una certa attenzione della band anche al mondo circostante. L’opner “Into The Night” sin dall’inizio fa scorrere brividi lungo la schiena, con i suoi cambi umorali, quelle chitarre che ci fanno sognare ad occhi aperti e le tastiere alla Mark Kelly. La voce di Robert Amirian è ovviamente legata allo stile che abbiamo dettagliatamente descritto, inevitabile dunque il paragone con Fish. Si gettano a capofitto anche in piccole suite, come ad esempio in “Dreams (Parts 1-3)” e con ottimi risultati. Cambi di ritmo all’ordine del giorno, lunghe parti strumentali con suoni che riempiono l’ascolto, una musica totale ricolma di collegamenti temporali. Più oscura “Downtown Skyline”, uno sguardo all’interno dell’animo. I Satellite si distanziano leggermente dai stilemi e si addentrano in antri celati, dove le tastiere assumono un ruolo di assoluta rilevanza. Il brano si svolge in un crescendo emozionale che va a sfociare in “Lights”, due minuti psichedelici ed ancora più profondi.

L’elettronica ci sorprende di tanto in tanto, ma non lasciatevi fuorviare, il New Prog è sempre puro, cristallino, anche se “Don’t Go Away In Silence” cerca di trarci in inganno. Gli Arena sembrano suonare in questo brano, guarda caso un altro gruppo da novanta…
Il merito principale di questo lavoro risiede nel fatto di non patire gravi cali di sorta, la nostra attenzione è sempre resa viva dai repentini interventi strumentali, massicci e ridondanti, quasi esplosivi nella loro magniloquenza. Davvero speciale l’intervento di chitarra proprio in “Don’t Go Away In Silence”. La band è maturata ulteriormente rispetto al 2005, oggi è sicura dei propri mezzi, orgogliosa della propria appartenenza, un esempio per chi ama la musica senza compromessi di sorta. C’è spazio anche per sonorità più metalliche con “Heaven Can Wait”, i Satellite si impegnano al massimo per non ripetersi. Chiude l’ottima “Forgiven And Forgotten” questo disco che non vuole aprire chissà quali nuove porte nel Rock, ma che sicuramente farà la gioia di molti di voi nostalgici e, perché no, anche di chi ama la musica vera, suonata con il cuore e con la mente.

La Polonia ultimamente sta producendo ottimi lavori, gli SBB non sono da meno, ma cercate questo “Into The Night” e sono sicuro che mi ringrazierete. MS

Altre recensioni: A Street Between Sunrise and Sunset; Nostalgia


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