Rock Impressions

S.A.D.O. - Imprescindibile Momento di Cultura Italiana SADO
Imprescindibile Momento di Cultura Italiana
AMS Records
Distribuzione italiana: BTF
Genere: Vocale / Sperimentale / Free Jazz / RIO
Support: CD - 2009

Abbiamo già incontrato la Società Anonima Decostruzionisti Organici, ma il bello di questo ensamble è che non sai mai cosa puoi aspettarti da loro, sono talmente imprevedibili che ogni loro lavoro è costruito per sorprendere, anzi direi strabiliare, con grande ironia e anche una dose tecnica fuori dal comune. Siamo in campo free jazz, molto free, pura avanguardia.

Questa volta i SADO tornano con un live dedicato in larga parte ad uno dei massimi filosofi italiani del secolo scorso, Benedetto Croce e in parte alla musica italiana dello stesso periodo. Detto così sa quasi di polpettone, pure piuttosto indigesto, ma come ho ricordato all’inizio il tutto è condito da grande ironia, ecco allora che in scaletta troviamo dei titoli davvero inaspettati. Diciamo subito che ogni brano è introdotto da una presentazione che gioca tra il serio delle citazioni Crociane e il faceto di una ricercata simpatia del gruppo. Ma veniamo al primo titolo, un vero classico, “Mille Lire al Mese”, un brano che raccoglie i sogni di una generazione, sogni che i tempi moderni hanno dimostrato essere stati infranti, la resa del gruppo è strabiliante, a parte qualche strofa il brano subisce un trattamento pazzesco, ma non per questo eccessivamente difficile da ascoltare, comunque nulla in confronto di quello che i SADO fanno successivamente ad “Anima Mia”, proprio quella canzoncina stucchevole degli anni ’70, che viene letteralmente brutalizzata, quandi di noi vorrebbero averlo fatto? I SADO ci sono riusciti. Mentre continuano i racconti legati a Croce arriva “Binario”, grande successo di Villa, questa volta c’è un maggior rispetto, almeno nella prima parte, i ritmi latini e la voce di Boris sono tutti da godere, poi nel finale lo spirito iconoclasta dei nostri prende il sopravvento e mi sembra di sentire un misto di acid rock che mi riporta in mente le improvvisazioni del Live Dead dei Grateful Dead. Ma ancora troviamo “Bambola”, “Monia”, una spettacolare “Brava”, dove il buon Savoldelli si confronta col mito vivente di Mina e ne esce decisamente bene per giunta. Infine “Donna”, il tema femminile è predominante… e per chiudere “Figli Delle Stelle”, decisamente un gran finale, in tutti i sensi.

Questo è uno dei dischi più folli e geniali che mi sia mai capitato di ascoltare, un disco dove la presunzione incontra l’arte e ne diventa l’essenza stessa. Certo non è musica facile, non è un disco, per parafrasare un termine di moda, fast listening, ma abbiamo imparato che le emozioni slow sono quelle più appaganti, dal cibo alla musica, ovvero cibo per la mente. GB

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