In una ricca ed elegante confezione cartonata, giunge il ritorno del
simpatico cantante Paolo Rigotto. Dopo "Corpi Celesti" debutto
solista del 2010, è la volta di "Uomo Bianco", album
che sempre focalizza il proprio essere sull'ironia ed il sarcasmo.
Il Pop elettronico sperimentale è tappeto sonoro ad una lirica
importante, ficcante ed intelligente. Il batterista polistrumentista
ha alle spalle un importante bagaglio musicale che passa dal Prog
Rock italiano (Syndone, Band Elastica Pellizza) alle influenze di
B. Eno, Skiantos ed Elio E Le Storie Tese, tutto questo va a plasmare
un autore che sa dove mirare.
Il dettagliato libretto che accompagna il cd "Uomo Bianco"
ben supporta con testi e foto chiarificatrici in bianco e nero e pone
l'ascoltatore nella condizione di pensare, oltre che di ascoltare,
pregio a mio avviso davvero importante. La produzione sonora di Francois
Veramon e gli arrangiamenti sono curati e rappresentano il Rigotto
pensiero.
"E' Successo" mette in luce la situazione giovanile nel
momento attuale in ambito lavorativo, con un cantato Rap ed un ritornello
orecchiabile e melodico. Attenzione, la ricerca strutturale è
particolarmente arguta, la musica ha un suo perchè.
Ode a "La Lingua", la sua utilità e quant'altro in
un brano più cantautoriale, scoprono un Rigotto più
lineare e ritmico. Altresì il cantautore raggiunge il pubblico
attraverso un pezzo elettrico e ruffiano come "Facciamo Pace",
nel quale mette in luce la capacità di comporre brani diretti
e puliti. Mostra invece i muscoli con "Quasi Quasi", una
situazione sociale e politica dai retroscena psicodrammatici ed una
musica più elettrica rispetto alla media delle composizioni.
Diverte Rigotto, intrattiene e fa riflettere anche sul valore della
lingua estera con "English Soup". Veloci e variegati susseguono
i brani, pur se in assenza di assolo strumentali. La title track "Uomo
Bianco" punta nuovamente sull'efficacia del testo e dell'uso
recitato della voce, piuttosto che sulla musica. Quasi Ska "La
Via Lattea" per cui avete già idea della giovialità
delle atmosfere. Uno Ska che poi si fonde con del Prog classico. Comunque
sono in totale dodici movimenti che tengono sempre alta l'attenzione
dell'ascolto, perchè Rigotto resta comunque un valido strumentista.
E' un disco che non ha pretese maggiori di quanto descritto, solo
l'intento di divertire con intelligenza e questo oggi come oggi non
mi sembra un particolare da trascurare.
"Uomo Bianco" conferma una nuova realtà che ha promesso
già nel 2010, io ci vedo anche Daniele Silvestri, voi invece
dategli un ascolto e trovategli il suo "perchè",
sono sicuro che riuscirete a passare un ora fra buona musica e pensiero.
Simpatico ed arguto. MS
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