Rock Impressions

Pythagoras - The Correlated ABC PYTHAGORAS
The Correlated ABC
Musea Records / Correlated Music
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Prog Sinfonico
Support: 45gg+10''+12''+2CD - 1983-2011
Pythagoras - The Correlated ABC

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I Pythagoras erano un trio olandese, che iniziò la propria attività alla fine degli anni ’70. Purtroppo non sono stati molto fortunati, perché due di loro ci hanno già lasciati, Pieter Courtens nel 2000 e Bob de Jong nello scorso dicembre 2011. Questo box molto lussuoso è stato stampato in sole 500 copie (la Musea ne ha fatto anche una versione in doppio cd per i meno fortunati) e contiene materiale registrato nel 1983, in pratica il loro terzo album, da notare, per i più curiosi, che sul secondo album ci fu la partecipazione di un certo Arjen Lucassen (Ayreon).

La confezione di questo titolo merita un plauso particolare, sia per la cura artigianale, sia per l’idea davvero originale, contiene infatti tre vinili i cui formati con le loro custodie richiamano il famoso teorema, che ha reso immortale il suo ideatore di cui la band porta il nome, inoltre il frontespizio del disco offre la possibilità di cambiare immagine di copertina, con quattro possibili alternative. La musica dei Pythagoras è un prog sinfonico, un po’ space e un po’ Lo-Fi, basato sull’uso abbondante di sintetizzatori e tastiere.

Il primo disco è il 45gg che porta il sottotitolo Drifting Around Irrational Forces, i brani sono quattro e l’avvio ha le movenze di una musica da film, malinconica e un po’ francese, ma pian piano diventa uno space rock suggestivo un po’ kosmische music, che una volta tanto rende accettabile anche la batteria elettronica. I due brani intermedi sono brevissimi e quasi ambient, poi arriva il quarto dove primeggia una chitarra liquida, che propone suoni inusuali, verso il finale poi il brano prende il volo e inizia un buon crescendo, anche un po’ Floydiano.

Il secondo disco Right Angels and Other Corners è più rock, sempre in grande evidenza le tastiere e i sintetizzatori, ma i suoni sono più duri, le ritmiche sono più penetranti e ossessive. Nel primo c’è un riferimento ancora più evidente allo space rock, poi vengono inglobate anche soluzioni tipiche dei primi anni ’80 in particolare provenienti dalla new wave, ma nulla di commerciale. Infatti ecco arrivare il brano “Sonic Mayhem Sucker Punch” è un vero pugno nello stomaco, come solo i migliori King Crimson sono riusciti a fare, devastante, suoni acidi e duri come difficilmente si riesce ad ascoltare. Grande varietà con tante idee, un viaggio onirico di grande suggestione.

Il terzo disco è quello che ha il titolo che mi affascina di più, Lo-Fi Watercolour Ballet, nella musica cosidetta Lo-Fi c’è una essenza creativa imperante, la perfezione sonora spesso uccide questa essenza, mentre in questo tipo di musica, l’essenza è tutto, perché altrimenti sarebbe inascoltabile, con la perfezione sonora è facile ottenere suoni “belli”, ma col Lo-Fi bisogna sforzarsi di più, occorre vera capacità artistica e solo allora si possono creare grandi magie sonore. Il disco è composto da quattordici brani, frammenti di un puzzle sonoro affascinante, come del resto tutto questo disco esercita un forte fascino, non solo per la cura del packaging, ma soprattutto per la ricerca musicale espressa, che si trova molto raramente, non voglio scendere troppo nei dettagli, perché sono davvero tante le sfaccettature di quest’opera, trasversale a molti generi musicali, ma soprattutto abbondante di quel gesto creativo che la rende un’opera d’arte. GB

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