Rock Impressions

The Prietty Things - S.F. Sorrow The PRETTY THINGS - S.F. Sorrow
Snapper Music
Distribuzione italiana: si
Genere: Rock Blues Psichedelico
Support: Lp - 1968 (rep. 1999)


Ci sono complessi nella storia del Rock mondiale che sono passati per certi versi quasi inosservati dal grande pubblico, ma che nella realtà hanno lasciato un importante contributo alla causa “evoluzione del Rock”. I Pretty Things di Phil May (voce) Dick Taylor (chitarre), Wally Allen (basso) e Twink (batteria) sono in qualche modo dei precursori. Proprio con questo “S.F. Sorrow” del 1968, inaugurano ufficialmente l’era degli album concept. Di poco anticipano gli Who di Pete Townshed, il quale ammetterà in seguito di essere stato influenzato dai Pretty Things per la realizzazione del capolavoro (concept) “Tommy”.

Tanta carne al fuoco in questo Lp, un mix di idee che vanno dal buon songwriting, variegato ed elegantemente spassoso, alla scelta indovinata delle strumentazioni. Le ritmiche di Twink (dei Tomorrow) sono stupefacenti. C’è di tutto, dall’Hard & Blues graffiante, alle inevitabili influenze dei Beatles ed addirittura interventi Folk che in un futuro prossimo troveremo nei Jethro Tull, ascoltare “Private Sorrow” per credere. C’è di tutto dicevo, anche la Psichedelia, un ibrido fra Beatles e Pink Floyd. Tyler ama insistere con i propri riff, come grosso modo facevano i Kinks pochi anni prima e “Balloon Burning” ne è esempio più che chiarificatore. Ancora Beatles nostalgici ed oscuri in “Death” ( il sitar vi dice niente?) ed ancora nella successiva e psichedelica “Baron Saturday”. Un disco perfetto sotto molti punti di vista, dove la ricerca non va mai a soffocare la melodia, anzi la va ad esaltare. Utile anche per questo scopo l’apporto delle tastiere dell’ospite John Povey. Solari i frangenti acustici come in “The Yourney”, più oscuri invece gli intrecci vocali di May con le chitarre drammatiche di Taylor in “I See You”.

Un disco stupendo, un viaggio a ritroso nel tempo che ci riserva numerose sorprese. Bene ha fatto la Snapper Music a ristamparlo e ad avergli aggiunto ben quattro bonus tracks. Di li a poco Tayler se ne andrà per andare a raggiungere un altro storico gruppo del periodo: gli Hawkwind, ma questa è un'altra storia. La discografia della band prosegue anche con buoni risultati, come l’ottimo “Parachute” del 1970. Opere come “S.F. Sorrow” non devono essere assolutamente dimenticate, perché noi dobbiamo sempre ricordarci da dove veniamo. MS

Altre recensioni:
Bare As Bone, Bright As Blood


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